25/04/2024parz nuvoloso

26/04/2024nubi sparse

27/04/2024nubi sparse

25 aprile 2024

Treviso

DECRETO SICUREZZA, UNA DERIVA CULTURALE

Lo pensa la Caritas tarvisina che esprime forti perplessità sul nuovo provvedimento del Governo

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Treviso - Anche la Caritas tarvisina esce allo scoperto rispetto al decreto del governo sulla sicurezza che, a suo avviso, non sembra risolvere i problemi dell’immigrazione irregolare in Italia né della sicurezza dei suoi cittadini, anche se potrebbe apparire necessario. La posizione della Caritas di Treviso - informa una nota – è quella di porre attenzione e tutelare la dignità della persona. A tale proposito condivide le parole di Oliviero Forti, responsabile dell’Ufficio Immigrazione della Caritas Italiana, che mettono in luce alcune perplessità e interrogativi aperti, ai quali il pacchetto sicurezza sembra non dare risposta. Il nuovo provvedimento viene definito “Un pacchetto "insicurezza" che non sarà di beneficio a nessuno”.

La Caritas teme, infatti, che il reato di clandestinità colpirà anche le badanti irregolari e i lavoratori stranieri in nero, che inciderà negativamente sulla salute della collettività e che farà lievitare i costi di gestione dei centri di identificazione ed espulsione. E si chiede se le forze dell'ordine e gli uffici giudiziari, essendo in carenza di organico, saranno in grado di dare seguito alla norma, dal momento che già ora sono in affanno?». Da una stima effettuata Secondo l'organismo pastorale della Cei con questo provvedimento rischiano l'espulsione «più di mezzo milione di badanti» senza permesso di soggiorno e «oltre 600 mila lavoratori stranieri irregolari».

In relazione al reato di clandestinità la Caritas si chiede se l’aumento della permanenza degli irregolari nei centri di identificazione ed espulsione, l’obbligo per gli immigrati di esibire il permesso di soggiorno per accedere ai pubblici servizi e agli atti di stato civile, le ronde senza armi, il registro dei clochard davvero “migliorerà la sicurezza dei cittadini italiani o piuttosto aggraverà il bilancio dello stato e darà il via a un clima di sospetto diffuso?”

La Caritas va già dura e parla anche di “deriva culturale” e fa presente che c’è il rischio che gli stranieri senza permesso di soggiorno non andranno più dal medico per paura di essere denunciati, con pesanti ricadute sulla salute dell'intera collettività, mentre l'aumento della permanenza degli irregolari nei centri di identificazione ed espulsione ne farà lievitare i costi di gestione. “E’ necessario – commenta il direttore della Caritas di Treviso, don Davide Schiavon - coniugare maggiormente la tutela della collettività e la dignità della singola persona.Ritengo sia quanto mai urgente una riflessione seria sull’uomo e sulle dinamiche di ingiustizia che stanno indebolendo la nostra società. L’albero è ammalato, ma non si può avere la pretesa di curarlo partendo dalle foglie.

È necessario andare alla radice dell’insicurezza che oggi regna sovrana nel cuore dell’uomo e questa radice ha il volto dell’uomo sfruttato, calpestato e annientato nella sua dignità. Fintanto che non ci sarà il coraggio di mettere le mani dentro questo groviglio spaventoso di iniquità, ogni legge e ogni pacchetto sicurezza non potranno mai essere pienamente a favore dell’uomo e del bene della collettività. E come discepoli di Gesù è bene ricordarci sempre che è l’amore misericordioso che salva, non la rigidità e intransigenza delle norme”.

 



Laura Tuveri

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×