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29 marzo 2024

Treviso

Decreto sicurezza: sindaci ribelli, ma Conte sta con Salvini. "Solo politica strumentale"

Rivolta dei sindaci contro il decreto sicurezza, il sindaco Conte:"Strumento efficace che, a Treviso, ha portato soltanto benefici"

| Isabella Loschi |

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Decreto sicurezza: sindaci ribelli, ma Conte sta con Salvini.

TREVISO - La rivolta dei sindaci contro il decreto Salvini sulla sicurezza parte dal Sud. Capofila della contestazione è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che critica in particolare il decreto nella parte che riguarda i migranti definendolo un provvedimento “disumano e criminogeno”. Non solo Orlando ha deciso di sospensione nel suo comune, l’applicazione del decreto sicurezza nella parte che riguarda i migranti.

Di tutt’altra opinione il sindaco di Treviso Mario Conte che difendere l’operato, in materia di sicurezza, del ministro Salvini. “Ritengo il decreto Salvini uno strumento efficace che, a Treviso, ha portato soltanto benefici - sostiene Conte - Fra l’altro, la nostra città è stata la prima in Italia in cui tale provvedimento è stato applicato, con le espulsioni di spacciatori e clandestini”.

“Il decreto - continua Conte - si sta dimostrando assolutamente irrinunciabile per garantire la sicurezza dei cittadini, ristabilire l’ordine con strumenti e dotazioni per le forze dell'ordine e per difendere i nostri confini dall’incertezza, dai business sulla pelle dei migranti e dalla criminalità”.

I sindaci che ne annunciano la sospensione o la disapplicazione stanno portando avanti una mera strumentalizzazione politica o, molto probabilmente, sono nostalgici della gente lasciata bighellonare per le strade e nei parchi a spacciare sostanze stupefacenti ai ragazzini”.

“I cittadini hanno già dovuto sopportare il lassismo della sinistra per anni e alle urne si sono chiaramente espressi a favore delle politiche del ministro Matteo Salvini. Chi non applica il decreto Sicurezza è da ritenersi un fuorilegge - chiude netto Conte - Per questo motivo, invito il presidente Anci Antonio Decaro a prendere le distanze da queste mere logiche partitiche”.

 


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Isabella Loschi

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