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20 aprile 2024

Castelfranco

DEBITI, IMPRENDITORE AGRICOLO SI UCCIDE

La Cna accusa: «Continuano a prenderci per vacche da mungere»

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DEBITI, IMPRENDITORE AGRICOLO SI UCCIDE

ALTIVOLE Pare che non riuscisse più a mandare avanti la sua azienda agricola per i debiti: mutuo da pagare, tasse, e per giunta la siccità che aveva compromesso il raccolto. Paolo Tonin, 53 anni, imprenditore agricolo di San Vito di Altivole, non avrebbe visto altra via d’uscita che impiccarsi. Il corpo senza vita è stato trovato questa mattina dal figlio. Un gesto a quanto sembra maturato proprio a causa della crisi.

Sul tema attacca la Cna. «Esprimo personalmente e a nome della Cna profondo dolore e grande sgomento per la morte del collega imprenditore Paolo Tonin», il commento di Alessandro Conte, presidente provinciale della Cna di Treviso, che conosceva di persona Tonin, dal quale si era recato non più tardi di sabato.

«Questa crisi ci sta colpendo duramente tutti nell’indifferenza e nel disinteresse di chi può e deve fare qualcosa – dice il presidente della Cna – C’è tanta attenzione mediatica nei confronti degli imprenditori suicidi ma nessuna risposta concreta ed efficace da parte degli interlocutori istituzionali ed economici, pur costantemente sollecitati dalle associazioni imprenditoriali. La pressione fiscale aumenta senza che vengano aumentati i servizi alle imprese. Continuano a prenderci per vacche da mungere mentre il Governo non riesce a mettere in campo politiche per la crescita, non taglia in modo drastico la spesa pubblica e in particolare i costi della politica per liberare risorse per l’economia, e mentre i partiti continuano a “mangiare” sulle nostre spalle. A peggiorare le difficoltà oggettive c’è un innegabile clima di sfiducia».

«Alle imprese servono poche cose – dice ancora Conte - : che la Pubblica Amministrazione paghi i suoi debiti con chi ha lavorato per essa, che gli istituti di credito eroghino fidi con meno difficoltà e senza richieste vessatorie di garanzie e controgaranzie. Serve un taglio delle imposte, a cominciare dall’IMU dei Comuni che rischia di essere una mazzata con aumenti di 2-3 volte rispetto all’ICI. Serve che vengano rifinanziati – dallo Stato, dalla Regione, dai Comuni e dalla Camera di Commercio - i fondi rischi dei confidi e i fondi antiusura. Le cose che servono alla ripresa dell’economia le diciamo ogni giorno – conclude-. Il Paese è in un momento estremo di difficoltà e rimettere in moto e in grado di correre una macchina complessa non è facile. Non pretendiamo miracoli, pretendiamo però, almeno, di non vedere più spettacoli indecenti di ruberie a spese della collettività mentre la gente per bene che lavora e cerca di tenere la barra dritta è allo stremo».

 


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