24/04/2024pioggia debole

25/04/2024pioggia debole e schiarite

26/04/2024nubi sparse

24 aprile 2024

Treviso

LA CRISI ECONOMICA PORTA IL TERZO MONDO NELLA MARCA

La Caritas denuncia: "Nel trevigiano ci sono bambini malnutriti, episodi di usura e famiglie sull'orlo del baratro"

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

LA CRISI ECONOMICA PORTA IL TERZO MONDO NELLA MARCA

TREVISO – La “via della povertà” della Marca è sempre più lunga. Oltre alle difficoltà di alcune famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, ora nel trevigiano che fu gioioso e amoroso non mancano casi di indigenza massima. «Abbiamo sempre più spesso a che fare con bimbi italiani che sono malnutriti perché i genitori hanno un reddito minimo e tirano avanti mangiando solamente pastasciutta e patate – è l’allarme lanciato giovedì da don Davide Schiavon, direttore della Caritas di Treviso, davanti alla commissione Sociale della Provincia – una volta eravamo chiamati ad aiutare il terzo mondo da distante, mentre ora, complice la crisi economica, il terzo mondo ce l’abbiamo in casa».

Uscirne non è facile. Perché bisogna fare i conti con il pudore e con la speranza di risollevarsi, che spesso offre scorciatoie-miraggio. «Non mancano episodi di usura e spesso quelli che ricevono qualche aiuto spendono quel poco che resta loro in giochi d’azzardo o in alcool – rivela – così, affianco a un centro d’ascolto per i proprietari di imprese a conduzione familiare, stiamo cercando di attivare corsi di rieducazione al denaro per persone che, dopo una vita normalissima, si ritrovano improvvisamente povere». L’obiettivo è quello di prevenire, anche attraverso il microcredito che sino ad ora ha distribuito circa 300 mila euro a un centinaio di persone strozzate da mutuo e affitto, e poi di rieducare.

Il sostegno economico, infatti, non può diventare una costante. Quali i numeri? Presto detti: gli 826 contatti registrati nel 2011 nel Centro d’ascolto di Treviso sono composti da 523 persone tornate a chiedere aiuto e da 303 nuovi ingressi. Il 70% stranieri e il 30% italiani. «Chi arriva da noi sta galleggiando – chiarisce don Davide – mentre chi torna, dopo aver già ricevuto un aiuto, sta sprofondando». Analisi che è confermata anche dalla cooperativa Servire, che mette l’accento sulla questione immigrati. «Chi perde il lavoro diventa irregolare e azzera anni di percorso – avverte Stefano Rossi – spesso i capofamiglia restano qui a lavorare mandando a casa moglie e figli: una disgregazione familiare che in futuro potrebbe creare tensioni».

Infine. c’è l’aspetto abitativo. «Per i nostri 30 alloggi nel 2010 abbiamo avuto 66 contatti – aggiunge – mentre nel 2011 siamo già a 91». E far quadrare i conti non è facile neppure per le associazioni. «Negli anni ’90 avevano 20 appartamenti per dare ospitalità a 90 immigrati – spiega Antonietta Marcozzi, vicepresidente della San Vincenzo De Paoli, che nella Marca distribuisce oltre 600 pacchi alimentari – ora ne abbiamo 2: siamo stati costretti a dismetterli quasi tutti per l’impossibilità di far fronte alle spese». Un baratro che il centrosinistra propone di colmare con l'istituzione di un fondo ad hoc.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×