La crepa di Rindola si allarga sempre di più
Spunta un rilevatore sul muro di cinta: 8 millimetri in più in 13 giorni
VITTORIO VENETO - I lavori al traforo di Sant’Augusta continuano a “segnare” la città di Vittorio Veneto. Nuove crepe sono infatti comparse - verso fine marzo – sull’asfalto e sul muro di cinta di una casa all’inizio di via Vinera, a Rindola.
STRUMENTI E DATI. “Aperture” importanti, che sono comparse da un giorno all’altro e che hanno destato l’attenzione di cittadini e passanti. Qualche giorno dopo, sul muro esterno coinvolto dalla spaccatura, è stato installato un dispositivo (il fessurimetro) che monitora l’avanzamento della crepa e che ne tiene monitorato il “comportamento”. Da martedì 28 marzo a lunedì 10 aprile, quindi in 13 giorni, la fessura si è allargata di 8 millimetri.
IL PARERE DELL’ESPERTO. Sul “caso” di Rindola abbiamo chiesto – per fare chiarezza e prevenire eventuali allarmismi – un parere all’ex sindaco, nonché geologo, Antonio Della Libera: “Se hanno messo uno strumento evidentemente pensano ci sia un problema. Se prima non c’era e ora è comparso, probabilmente c’è qualcosa di nuovo” ha commentato in prima battuta l’ex primo cittadino.
Lo "stato" del fessurimetro il 28 marzo
Della Libera ha però messo sul piatto degli interrogativi, generati dal buonsenso oltre che dalla sua esperienza sul campo, utili per comprendere il fenomeno: “Bisognerebbe capire se queste crepe sono effettivamente nuove oppure no, e capirne le cause”.
DUE POSSIBILI CAUSE. Il geologo ha infatti spiegato che il fenomeno potrebbe essere riconducibile a due motivazioni ben diverse l’una dall’altra: potrebbe trattarsi infatti di crepe dovute a cedimenti del terreno, oppure di spaccature generate da movimenti di vibrazione.
Comunque, “il fenomeno va seguito in modo continuativo per controllarne l’andamento e vedere se c’è un pericolo. Se il segnale va in progressione può diventare preoccupante. Il mio consiglio è di ricostruire nel dettaglio la vicenda, e di individuare con chiarezza le cause” prosegue Della Libera.
Resta inoltre da stabilire se lo strumento sia stato posizionato dalla ditta che sta eseguendo i lavori sul traforo oppure dal proprietario della casa: “Se è stata l’impresa a mettere il fessurimetro vuol dire che si sente corresponsabile della cosa, e che c’è una base reale per preoccuparsi” chiosa Della Libera.
Il fessurimetro in una foto scattata lunedì 10 aprile
QUESTIONE DI RESISTENZE. Più che sul dato in sé, la prima disamina dell’ex sindaco verte sulla comparsa delle crepe: “Quando appaiono questi segni su una struttura, vuol dire che le resistenze di quest’ultima sono state superate dalle forze di sollecitazione. La situazione potrebbe essere seria”.
Il problema delle vibrazioni e delle fessurazioni era stato posto a suo tempo, e l’impegno assunto era stato quello di prevenire e di limitare il più possibile questo tipo di inconvenienti. Va ricordato infatti che si tratta a tutti gli effetti di piccoli terremoti “artificiali”: “Bisogna monitorare la situazione, per vedere se si aggrava o rimane circoscritta” ricorda della Libera.
UN PRECEDENTE. Strumenti per la rilevazione dell’impatto ambientale erano comparsi a gennaio anche sul percorso di Sant’Augusta, ed erano stati posizionati nel porticato della chiesetta e vicino al capitello che precede l’ultima salita. In quel caso si trattava di “microfoni” installati sopra una piccola valigetta blu.