A Conegliano una tassa sull'ombra proiettata dall'insegna dei negozi
Commercianti sul piede di guerra. Ros (Ascom): "Una vergogna"
CONEGLIANO - L’ennesima “follia” tributaria: pagare una tassa per l’occupazione del suolo pubblico dovuta all’ombra proiettata dall’insegna del negozio. Incredibile ma vero. È accaduto a parecchi commercianti del centro di Conegliano, che si sono visti recapitare questa singolare – per usare un eufemismo – richiesta di pagamento da Abaco spa, società di servizi per gli enti locali.
Un’ombra salata, visto che si arriva a pagare anche una cinquantina di euro. Immediata è arrivata la solidarietà di Luca Ros, presidente di Ascom Conegliano, che ha definito la questione “una vergogna e basta”. “Dopo la tassa sull’ombra arriva anche la tassa di occupazione del suolo pubblico per la proiezione a terra dell’insegna.
Se non è zuppa è pan bagnato” ha commentato Ros. Ai commercianti di vicinato coneglianesi mancava solo questa, in un periodo in cui il centro città fa registrare chiusure e notevoli difficoltà. “Non possiamo tacere questo costante accanimento nei confronti delle imprese, a prescindere dal fatto che la legge lo preveda – prosegue Ros – manca totalmente un minimo di buon senso nell’applicare le norme”.
Il sindaco Floriano Zambon è già stato avvertito della faccenda. I commercianti sono sul piede di guerra: “Si può e si deve intervenire per sanare situazioni fuori di ogni logica, perlomeno quando è evidente che il soggetto passivo non trova alcun beneficio da questa occupazione, tenuto conto che è condizionato da fattori oggettivi insiti nell’immobile in cui si svolge l’attività” conclude Ros.
Si respira un’aria di incredulità, ma la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad una vera e propria beffa. Tempo fa la “legge sull’ombra”, che riguardava invece le tende degli esercizi, era stata tolta dal Comune: oggi invece lo spiacevole déjà vu. “Sono al fianco dei commercianti – dichiara il sindaco – purtroppo questa volta non possiamo togliere la tassa, si tratta di una disposizione dello Stato”. La soluzione? “Bisognerebbe chiamare a rapporto i parlamentari” spiega Zambon, che ha manifestato la propria vicinanza ai suoi cittadini.