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28 marzo 2024

Conegliano

"A Conegliano si aiuta senza guardare il colore della pelle o il passaporto"

Il consigliere dem Gianelloni replica al sindaco Chies, che sta con Salvini sul decreto sicurezza

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

CONEGLIANO - “Avrei preferito che il mio sindaco dicesse che per fortuna qui a Conegliano non ci siamo mai trovati (fino ad ora) ad affrontare i drammi di città come Palermo o Napoli, o Lampedusa, o altri luoghi; avrei preferito sentirgli dire che la nostra (sua ma anche mia) città non si è mai tirata indietro quando c'è stato qualcuno da aiutare senza guardarne il colore della pelle o il passaporto, che se la sicurezza è un valore importante e decisivo non la si garantisce buttando nella spazzatura le persone”.

 

Al sindaco Fabio Chies, che nei giorni scorsi aveva dichiarato di stare con Salvini, a proposito del decreto sicurezza, ha replicato così il consigliere Pd Isabella Gianelloni. Il sindaco si era schierato col vicepremier, sostenendo che la legge va rispettata, al di là delle posizioni politiche ed “etiche”.

 

L’attacco di Gianelloni tira in ballo, tra l’altro, paragoni abbastanza scomodi: “Donne e bambini vanno salvaguardati (perfino i nazisti li lasciavano insieme prima di ammazzarli), ma non capisco perché non possano avere pari dignità un padre di famiglia, un giovane che cerca un futuro, un essere umano e basta solo perché non ce la facevano più a vivere nei loro paesi”, ha scritto sul proprio blog.

 

Per l’esponente dem, poi, i veri problemi del Paese sono altri: “Mi piacerebbe sentir dire, finalmente, che la criminalità organizzata che sta mettendo radici anche nel nostro Veneto, chi corrompe e chi è corrotto, chi inquina l'ambiente, chi non fa nulla per prevenire gli infortuni sul lavoro e chi sfrutta la manodopera a basso costo, chi evade le tasse e ruba i servizi agli altri (potremmo continuare, ma il concetto è chiaro) sono i veri mali di questo Paese”.

 

Il Pd non ha mancato, nei giorni scorsi, di manifestare il proprio appoggio alla protesta dei sindaci “ribelli”, sul tema del decreto sicurezza. Secondo Gianelloni i primi cittadini contrari al dl avrebbero addirittura “posto a tutti noi un problema di coscienza: quanto vale la vita umana? Ci sono vite e vite? Chi stabilisce il valore dell'una o dell'altra? Non sono una giurista e mi guardo bene dal brandire la Costituzione come se fosse un testo buono per dire tutto e il suo contrario, non mi metto a fare l'esegesi del diritto internazionale, ma ho una coscienza, così come milioni di altri cittadini. E la coscienza riesce a farci inghiottire tanti rospi, ma a volte non ce la fa più e ci richiama a un dovere insopprimibile: di fronte a ingiustizie palesi occorre alzare la voce”.

 


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