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20 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

LA PROVINCIA RIBADISCE IL SUO “NO” ALLA DIGA SUL PIAVE

Muraro: «Convertiamo invece le cave dismesse in serbatoi di ‘laminazione’ delle piene»

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LA PROVINCIA RIBADISCE IL SUO “NO” ALLA DIGA SUL PIAVE

SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA – La provincia di Treviso ribadisce il suo “no” alla realizzazione di una diga sul fiume Piave, tra Falzè e il Montello, progetto che per nelle ultime settimane è risorto e che permetterebbe di salvare la bassa trevigiana e il veneziano dal rischio idrogeologico in caso di abbondanti piogge legato al fiume sacro alla patria.

Dal canto suo il presidente Leonardo Muraro, che nel 2001 era assessore provinciale all’ambiente ai tempi del primo “no” dell’ente al progetto, propone oggi altri tipi di interventi per andare incontro alle esigenze idrauliche del territorio. «Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, una bibbia per la pianificazione del territorio futuro, indica altre soluzioni – ricorda Muraro - come ad esempio la conversione delle cave dismesse in serbatoi di ‘laminazione’ delle piene».

Nel luglio 2001 il consiglio provinciale si era espresso con voto unanime contro il progetto della diga, ritornato oggi attuale con la rinascita del comitato anti-diga.

«Le criticità del Piave sono ben note da tempo ed è evidente che l’azione di mitigazione del rischio idraulico deve concentrarsi sulla riduzione dei valori di portata liquida che mettono a rischio Ponte di Piave nei momenti di grande emergenza - ribadisce fermamente Muraro – Eppure questa improcrastinabile emergenza non implica necessariamente la diga di Falzè. E questo lo ho più volte ribadito in diversi consessi, come nel consiglio provinciale di luglio 2001».

 


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