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25 aprile 2024

Treviso

Coltivatori di mais in crisi: in 3 anni - 15%

Incentivi dal Consorzio Agrario di Treviso- Belluno per rilanciare la produzione

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Coltivatori di mais in crisi: in 3 anni - 15%

TREVISO - Coltivatori di mais sempre più in crisi nella Marca. Gli ultimi tre anni nella provincia di Treviso sono stati disastrosi per la produzione del cereale, crollata a un -15% secondo le stime calcolate dal Consorzio Agrario di Treviso e Belluno sulla base degli ordini effettuati presso le case sementiere e la rete di agenzie del Consorzio.

“C’è grande scetticismo tra gli agricoltori nei confronti della coltivazione del mais – spiega Pietro Carniato, direttore del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – la coltura negli ultimi anni è stata vessata da diverse calamità, dalle micotossine alle avversità atmosferiche, che ne hanno compromesso la resa e la qualità del prodotto. Una situazione che ha spinto molte aziende ad abbandonarne la produzione, convertendola alla soia, coltura certamente più redditizia”.

Un problema di reddito, dunque, che il Consorzio Agrario ha deciso di affrontare con una soluzione economica in grado di rilanciare la coltivazione del mais nella Marca Trevigiana. Per il raccolto di quest’anno, infatti, il Consorzio corrisponderà per il mais bianco un prezzo pari a quello stabilito dalla borsa merci per il mais giallo, con in aggiunta un incentivo di 10 euro per ogni tonnellata di prodotto raccolto e essiccato. L’incentivo verrà garantito sulla base di accordi commerciali di filiera, che valorizzano la produzione di mais bianco “sostenibile”. “Si tratta di un protocollo che tutela la sostenibilità ambientale, sociale ed economica – commenta Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno– e che ci permette di garantire ai distributori un prodotto di maggiore qualità. L’obiettivo è rilanciare una coltivazione importante per la nostra agricoltura, offrendo un incentivo economico significativo. Stiamo già promuovendo questa opportunità tra le aziende in vista dell’imminente stagione di semina”.

La soluzione è già stata sperimentata l’anno scorso, coinvolgendo 150 aziende del territorio per una superficie coltivata complessiva di circa mille ettari. “Mille ettari di coltivato rendono mediamente 12mila tonnellate di prodotto – spiega Carniato – e infatti l’anno scorso abbiamo corrisposto circa 120mila euro di premi complessivi”.

 


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