"La Cittadella della salute va salvata, no a stalli"
Diego Bottacin (Verso Nord) lancia l'allarme: "urgente un cambio di strategia"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Attenzione a bloccare le grandi opere. C’è il rischio concreto che il progetto della Cittadella della Salute di Treviso si impaludi in maniera irreversibile, perdendo anche i 50 milioni di finanziamento ministeriale”.
È l’allarme lanciato da diversi mesi da Diego Bottacin, consigliere regionale del gruppo Misto e capogruppo di Verso Nord in consiglio regionale: «Il pesante coinvolgimento del gruppo finanziario che si è aggiudicato l’appalto minaccia di affondare definitivamente un progetto che faticava a stare a galla, perdendo anche i 50 milioni di finanziamento ministeriale che ha permesso di progettare l’intervento. Inoltre dalle indagini appare che diverse cordate (ATI) che hanno partecipato alla gara fossero fortemente sponsorizzate da diversi leader politici veneti, inclusa quella che si è provvisoriamente giudicata l’appalto». La messa a norma e l’ammodernamento dell’ospedale di Treviso è urgente per evitare il declino della sanità trevigiana e una consistente perdita di qualità dell’assistenza sanitaria per tutti i trevigiani e per i molti veneti che ricorrono alle strutture della Marca, infatti, continua Bottacin: «Ho chiesto al presidente della Commissione Sanità, Leonardo Padrin, di convocare in audizione urgente i vertici Ulss9. Vengano a spiegarci com’è la situazione e soprattutto cosa intendono fare rapidamente per uscire dalla palude».
«Roberto Meneguzzo, il coordinatore dell’associazione di imprese aggiudicataria della gara per la realizzazione dell’opera, amministratore delegato della Palladio Finanziaria, è attualmente detenuto per le note indagini sul “Mose” e non solo» fa notare il consigliere «mancano ancora sia le varianti urbanistiche per realizzare edifici lungo il Sile sia quelle per l’adeguata valorizzazione dei beni immobili dell’Ulss9 da alienare per il finanziamento per il progetto». «Da quando è partito l’appalto – continua - le carte in tavola sono cambiate, la mia proposta è che intanto venga annullata la gara aggiudicata in via provvisoria e si realizzi subito la parte dell’opera già finanziata con i 50 milioni e le alienazioni. A questo punto l’Ulss di Treviso acceda direttamente a un mutuo (che avrà sicuramente tassi infiori a quelli del project financing)».
«Servirà - conclude Bottacin - lo sforzo congiunto di Zaia e Manildo, ma è l’unico modo per scongiurare il rischio di rinviare a mai l’ammodernamento del nosocomio trevigiano. In più avremo un grande vantaggio per l’economia della Marca che non si vedrà sottrarre dal mercato per ben 22 anni i beni e i servizi che secondo il piano attuale dovranno finanziare il project financin :ristorazione, manutenzione, parcheggi, sistema informativo, pulizie, il sistema termico ed energetico».