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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

Chiusure a catena, strage di negozi in centro a Vittorio

Il commercio cade a picco. I cittadini: "Tonon non aveva promesso il rilancio?"

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Chiusure a catena, strage di negozi in centro a Vittorio

VITTORIO VENETO - Vetrine vuote, serrande abbassate, una serie di vendesi, cedesi, affittasi. Un centro città fantasma, quello di Vittorio Veneto. Un centro città in vendita che non trova acquirenti.

Al Quadrilatero, edificio che dà sulla centralissima Piazza del Popolo, ad abbassare le serrande sono state storiche realtà, ma anche nuove attività i cui tentativi di avvio sono sfumati dopo pochi mesi dall’apertura. Di recente ha chiuso Beghetti, negozio di abbigliamento aperto in città 63 anni fa, il Planet, che negli ultimi 15 anni è stato un punto di riferimento per la moda giovani. Nel palazzo di fianco ha chiuso Free Vision, attività che aveva aperto di recente. E vuoti sono gli spazi che, sempre al Quadrilatero, hanno ospitato negli anni diversi negozi di abbigliamento. Anche lungo il viale della Vittoria le vetrine cominciano a svuotarsi: il negozio di scarpe Geox, da qualche mese, è chiuso.

Vedere le vetrine vuote, le serrande abbassate e i cartelli di cessata attività in pieno centro non è di certo producente per le attività superstiti. E non è un bel biglietto da visita per quella città che - secondo quando ha dichiarato di recente l’Amministrazione - sta conoscendo un incremento del turismo ed è in corsa per diventare capitale della cultura italiana 2018.

A rattristarsi per un centro morente sono soprattutto i cittadini. G.M., postando su Facebook le foto delle vetrine deserte, ricorda come nel 2014 l’Amministrazione Tonon prometteva il rilancio del commercio. Il programma di Roberto Tonon, infatti, annunciava il “rilancio delle attività commerciali ed artigianali, indispensabili per garantire vitalità alla città” e dichiarava di voler realizzare “il parco tecnologico del vittoriese, per favorire la nascita di nuove imprese, supportare le imprese esistenti e creare nuove professionalità evolute”. Un rilancio che, a distanza di due anni, non ha trovato realizzazione. Ma la colpa è dell’Amministrazione?

 

A porsi la domanda, a didascalia delle foto postate da G.M., sono i cittadini che puntano il dito contro gli amministratori (locali, provinciali, regionali, nazionali) ma anche contro i consumatori, che “passano le domeniche al centro commerciale” e preferiscono queste grandi realtà alle storiche attività. A prendere la parola nella discussione è anche Michele Paludetti, presidente Ascom Vittorio Veneto: “Questo è l’esempio di come la politica regionale, provinciale e di tanti comuni abbia spazzato via la voglia di tenere aperte le proprie attività nei centri storici - afferma Paludetti - Qui a sentirsi in colpa deve essere tutta la politica. Quante volte abbiamo lottato contro l'insorgere dei centri commerciali, siamo scesi in piazza, abbiamo avuto incontri politici rassicuranti…Eppure, quando gli interessi sono di ben alto spessore si passa sopra a tutto e addio voglia di tenere vive e rilanciare le proprie città”.

E mentre i piccoli negozi chiudono, i grandi centri commerciali proliferano. In zona, negli ultimi anni, sono spuntati come funghi e per la prossima Pasqua è attesa l’apertura del centro di San Fior, il Parcofiore. Con tanto di grandi marchi e fast food.

 


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Stefania De Bastiani

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