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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Cesana Malanotti, il Tar accoglie la richiesta e fissa l'udienza

Riguarda il ricorso per i 200 posti letto chiesti dall'istituto

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Cesana Malanotti, il Tar accoglie la richiesta e fissa l'udienza

VITTORIO VENETO - L’Istituto Cesana Malanotti esprime “soddisfazione per la recente fissazione davanti al Tar Veneto dell’udienza di discussione – prevista per il 9 ottobre 2019 – per il ricorso relativo ai 200 posti letto per anziani e disabili, chiesti dall’Istituto alle autorità competenti, e mai inseriti nel Piano di Zona dell’Ulss 2”.

 

L’intera vicenda ha preso avvio nel 2017, quando l’istituto ha intrapreso un percorso volto a ottenere l’autorizzazione all’apertura di 200 posti letto in più, per anziani non autosufficienti e disabili. Tale progetto ha perseguito lo scopo ulteriore di recuperare due immobili storici e di pregio della città di Vittorio Veneto, Ca’ Mocenigo-Zuliani e Villa Papadopoli.

 

L’Ulss 2 e il Comitato dei Sindaci del Distretto di Pieve di Soligo, già nel Piano di Zona del 2017, hanno negato la possibilità di inserire tali posti letto nel Piano di Zona, rinviandola al 2018. “Ciò in violazione degli obblighi di ri-pianificazione previsti dal legislatore, oltre che delle relative procedure”, sostiene l’istituto. Il Cesana ha quindi presentato ricorso avanti al Tar Veneto per ottenere un effettivo aggiornamento del Piano stesso, mediante l’inserimento dei 200 posti letto richiesti dall’Istituto.

 

Inoltre, in vista della ri-programmazione per il 2018, l’Istituto ha espressamente rinnovato la propria richiesta di inserimento di 200 posti letto per anziani e disabili, secondo quanto indicato dalla stessa Ulss. Tuttavia, il Comitato dei Sindaci ha rinviato ogni decisione in merito alla richiesta dell’Istituto all’anno dopo, a questo punto il 2019, costringendo nuovamente l’Istituto a presentare al TAR Veneto, il 23 dicembre scorso, un nuovo ricorso per motivi aggiunti, al fine di ottenere l’annullamento e l’aggiornamento anche del Piano di Zona del 2018.

 

L’Istituto ha contestato, “oltre all’inattualità dei parametri regionali relativi alla programmazione del fabbisogno assistenziale, che risultano fermi dal 2013, anche l’incompetenza e il ritardo dell’Ulss 2 nel definire i criteri per l’inserimento dei progetti nei Piani di Zona, nonché gli immotivati cambi di orientamento della Regione Veneto in materia di ri-pianificazione, che hanno condotto alla paralisi della programmazione socio-sanitaria”.

 

Il 27 febbraio l’istituto ha depositato presso il Tar Veneto un’istanza di prelievo, per ottenere la celere fissazione dell’udienza di discussione. “I provvedimenti contestati, infatti, oltre ad arrecare un notevole danno economico per l’Istituto, sono in contrasto con l’interesse pubblico ad una regolare programmazione dei posti letto, quantomai urgente in un territorio come quello dell’ex Ulss 7, stanti le crescenti esigenze di residenzialità e servizi agli anziani”, dichiarano dall’Ipab.

 

L’accoglimento di tale richiesta da parte del TAR, a pochi giorni dal deposito, non può che essere “intesa positivamente dall’Istituto, come segno che il Tar ha colto l’importanza delle questioni sollevate nel ricorso e la necessità di giungere in tempi celeri ad una decisione sul punto”.

 



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