TREVISO – Piergiorgio Stiffoni si è autosospeso dalla Lega. Non solo. Il senatore di Motta ha pure rassegnato le dimissioni da amministratore del gruppo del Carroccio a palazzo Madama.

Perché? Lo spiega lui stesso: “Per non danneggiare l'immagine del movimento, fino alla conclusione dell'attività istruttoria da parte della magistratura, sicuro che verrà fatta piena luce sulla realtà dei fatti”. Contraccolpi, insomma, dell'indagine di Milano riguardante le operazioni finanziarie portate avanti dall'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito.

La drastica scelta di Stiffoni è stata praticamente un fulmine a ciel sereno. Arrivata dopo il caso dell'acquisto di circa 200 mila euro di diamanti da cui era uscito mostrando, bonifici alla mano, che i preziosi erano stati comprati con soldi suoi e non con i fondi della Lega.

Tutto a posto, quindi? Non proprio, visto che l'altro ieri, dopo l'ascolto da parte dei magistrati di Milano di Federico Bricolo, capogruppo del Carroccio al Senato, sentito in qualità di testimone, è stata diffusa la notizia dell'autosospensione e delle dimissioni. Solo il giorno prima, comunque, era stato lo stesso Stiffoni a spazzare il campo da ogni dubbio. “Tengo a precisare per l'ennesima volta che con il signor Belsito non ho mai avuto rapporti personali o professionali – ha chiarito – e che a lui non ho mai chiesto consigli su possibili investimenti”.

Ma la sua decisione di lasciare, almeno per il momento, a Treviso non è stata affatto presa come un dramma. “Per una volta sono d'accordo con lui – quasi esulata il vicesindaco, Giancarlo Gentilini – esca proprio dalla Lega, però, dove ormai non lo sopporta più nessuno”. E Gobbo? “E' un gesto di responsabilità – prova a mantenere l'equilibrio – in attesa che si faccia chiarezza su tutta la questione”.