CIMADOLMO - Al seguito dell'episodio che ha visto protagonista il Perfetto Marrosu (nella foto) e il suo cagnolino, si è scatenata una bagarre anche a livello politico.

Paola Sciacca, candidata consigliere Regione Veneto M5S, spiega: «La legge esiste. Basta leggere il decreto del Presidente della Repubblica n 320 che dal 1954, quindi non proprio ieri,norma la questione.

All'art 83 prescrive l'obbligo di guinzaglio e museruola per i cani condotti nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto.

Non parla di cani grandi o piccoli o di cani educati o non .Il diritto esiste a prescindere. Se non bastasse, esiste anche il Regolamento Ce 852/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari che vieta l'ingresso solo nei luoghi dove vengono preparati o conservati alimenti, ambienti comunque vietati anche alle persone non autorizzate..

Il gestore del pubblico esercizio, per impedire l'accesso del cane, deve fare istanza al Comune per il rilascio di un apposito certificato. Quindi anche il semplice adesivo non è legale.

In ultimo aggiungo che la FIPE federazione italiana pubblici esercizi ha pubblicato un Manuale di corretta prassi operativa per ristorazione,gastronomia e pasticceria validato dal Mnistero della salute che ribadisce che non ci sono motivi igienico sanitari per impedire ai cani di entrare nei pubblici esercizi.

Quindi le ALS non potranno multare e le amministrazioni comunali non possono prendere decisioni per limitare la circolazione degli animali nei locali pubblici».

Scaccia conclude: «Sul cane in borsetta si rileva una responsabilità e  lacuna della Regione Veneto che per legge deve istituire dei corsi nelle scuole in collaborazione con i veterinari delle Uls, addestratori cinofili e associazioni di protezione animali   per diffondere la cultura cinofila e spiegare etologia, bisogni, educazone, addestramento del cane, corsi mai fatti».