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19 aprile 2024

Nord-Est

Bullismo: Veneto sul triste podio

La Regione è seconda in Italia per segnalazioni al telefono Azzurro

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VENEZIA - Lombardia, Veneto e Lazio sono le regioni dalle quali sono giunte nel biennio 2013-2014 il maggior numero di segnalazioni di episodi di bullismo al Centro nazionale di ascolto di Telefono Azzurro. Dalla Lombardia è giunto infatti il 12.4% delle segnalazioni, dal Veneto il 10,2% e dal Lazio il 7,2%. Ma è la provincia di Roma quella più colpita da questa piaga, con 9 casi su 10.

 

Il fenomeno, secondo l'esperienza di Telefono Azzurro, è in crescita: in base ai dati raccolti, nel biennio 2013-2014, a fronte di un totale di 3.333 consulenze su problematiche inerenti la salute e la tutela di bambini e adolescenti, le situazioni di bullismo e cyberbullismo riferite sono state 485, ovvero il 14,6% del totale. Analizzando l'andamento annuale degli interventi dell'associazione che riguardano questi episodi, è possibile osservare come il trend sia in aumento, soprattutto negli ultimi anni: si è passati dall'8,4% del 2012, al 13.1% del 2013, per arrivare al 16,5% di quest'anno. I bambini e gli adolescenti coinvolti sono principalmente di sesso femminile (nel 56,3% dei casi) e di età compresa tra gli 11 e i 14 anni (nel 40,6% dei casi), anche se è presente un'alta percentuale di adolescenti (35,7%). In particolare, per quanto riguarda il bullismo al femminile, si nota che la quasi totalità di bambine e ragazze è stata coinvolta con ruolo di vittima (98,3%), mentre solo l'1,7% è stato testimone o autore, con una prevalenza lievemente diversa rispetto ai maschi, testimoni o autori nel 4,1% dei casi. La maggior parte delle bambine coinvolte è di età compresa tra gli 11 e i 14 anni (63%) e il 9,1% è di nazionalità straniera (il 10,2% il dato complessivo degli stranieri).

Il bullismo, sottolinea Telefono Azzurro, è un dramma della solitudine, per questo l'ascolto e la tempestività di intervento hanno un'importanza cruciale per aiutare in modo concreto le vittime prima che sia troppo tardi. I ragazzi che subiscono ripetute forme di prevaricazione e sopruso, fisiche o psicologiche, da parte di coetanei, raramente confessano le angherie subite a qualche figura adulta, genitori o educatori. In questo modo, senza la possibilità di condividere con qualcuno paure e difficoltà, la pressione psicologica di trovarsi al centro di una condizione di malessere provocata dalla cattiveria degli altri diventa insopportabile. E troppo spesso può portare a conseguenze drammatiche. Il fenomeno, in particolare, ha trovato in Internet e nei social network un terreno molto fertile per affondare le sue radici e crescere in maniera incontrollata e invisibile.

 

Da una ricerca europea condotta in Italia da Telefono Azzurro, infatti, emerge che i casi di cyberbullismo rappresentano il 28,7% del totale e sono in aumento. Questo perché i luoghi di incontro e scambio dei giovani sono sempre più virtuali: telefono, e-mail, chat, social network e sms sono sempre più spesso usati per minacciare o intimidire qualcuno. Inoltre, la pervasività e la persistenza degli atti di bullismo online, uniti alla possibilità di anonimato e alla distanza fisica ed empatica creata dallo schermo, rendono ancora più preoccupante il fenomeno. Immagini e video non autorizzati, ad esempio, diventano facilmente di dominio pubblico: secondo la ricerca di Telefono Azzurro, infatti, un adolescente su 3 ha trovato online proprie foto non autorizzate, 1 su 5 ha trovato proprie foto imbarazzanti, più di 1 su 7 ha trovato online propri video non autorizzati e più di 1 su 10 ha trovato propri video imbarazzanti.

 

 



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