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28 marzo 2024

Sport

Buffon: "Sabato la mia ultima partita con la Juve"

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Buffon:

"Sabato sarà la mia ultima partita con la maglia della Juventus e credo sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura, finirla con altre due vittorie veramente importanti e per finirla con la vicinanza e l'accompagnamento di tutto il popolo juventino". Lo ha annunciato il portiere bianconero Gigi Buffon in conferenza stampa all'Allianz Stadium di Torino. Il 40enne capitano lascia il club bianconero dopo 17 anni.

JUVENTUS - "Ringrazio il presidente Agnelli che per me è qualcosa di più, con lui si è sviluppato un rapporto di vicinanza, condivisione, amicizia. I fattori sono quelli dell'onestà, la lealtà e la lotta feroce all'ipocrisia e questo è un dominante che ci ha unito in tutto. Il fatto che sia presente insieme alla dirigenza e a Chiellini che prenderà i gradi di capitano, per me è un grande onore e un grande piacere".

"E' una giornata ricca di emozioni, a cui arrivo con serenità ma anche con felicità e appagamento. Sentimenti figli di un percorso straordinario e bellissimo che ho avuto la fortuna di potere condividere con tante persone che mi hanno voluto tanto bene e io l'ho percepito giorno dopo giorno ed ho lottato e cercato di fare del mio meglio", ha aggiunto Buffon.

"La mia paura era arrivare alla fine della dell'avventura con la Juve da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così e sono veramente orgoglioso, fino a 40 anni, di aver potuto esprimere in campo sempre delle prestazioni all'altezza del mio nome e di quello della Juventus. E' la più grande gratificazione, per questo arrivo a questo saluto felice e non è scontato per uno sportivo essere così longevo e preformante. Voglio ringraziare la famiglia Juventus e la Juve, che ha preso nel 2001 un talento straordinario, sono di parte - ha detto Buffon commosso e sorridente -, ma se questo talento si è tramutato in un campione è perché la Juve ha fatto in modo che ciò accadesse. Mi ha fatto fare uno step in convinzione, e se a 40 anni sono ancora qua è solo per merito della Juve e della sua mentalità, del suo approccio al lavoro diverso da tutto il resto del mondo, e questa mentalità l'ho fatta mia e sono sicuro che la adopererò nel dopo calcio, se dovesse servire. L'unico modo che conosco per arrivare a risultati è farlo con la felicità di aver sofferto, speso, essersi dannati e aver gettato il cuore oltre l'ostacolo e oltre ai risultati e coppe questo è il più grande risultato e ringrazierò la Juve per sempre".

FUTURO - "Cosa farò? Sabato giocherò una partita e questa è l'unica cosa certa che so di fare. Con Andrea c'è un dialogo continuo ed è a conoscenza di tutto quello che sta accadendo intorno a me ed anzi è un consigliere del quale non voglio privarmi. Fino a 15 giorni fa era acclaratamente risaputo e certo che avrei smesso di giocare, adesso penso che sono arrivate delle proposte e delle sfide stimolanti, sia in campo che fuori dal campo, e la più importante fuori dal campo me l'ha fatta pervenire proprio Andrea. E credo che dopo questi tre giorni, che saranno pregni e densi di emozioni, la prossima settimana dopo due o tre giorni di riflessioni, in modo sereno prenderò la decisione definitiva e certa che alla fine sarà quella di seguire ciò che urla la mia indole e la mia natura" ha detto ancora Buffon. Poi, sempre riguardo al suo futuro, ha aggiunto: "Non se ne parla per l'Italia. Ci poteva essere un ritorno al Parma, ma sono cose romanzate, ma niente di più".

"Il club che mi ha contattato cosa mi deve offrire per convincermi? Si va in base a percezioni, ciò che ti trasmette, l'importanza - spiega Buffon -che puoi avere in un certo progetto, gli stimoli che potresti avere e poi il mio stato di forma fisica. Sono tante riflessioni che io devo fare senza lasciarmi condizionare dall'impeto e dall'esaltazione del momento. Sicuramente non sono uno, come dicevo tanto tempo fa, che pensa sia giusto andare a finire la carriera in chissà quale campionato di terza o quarta fascia perché sono un animale da competizione e sinceramente in quel contesto io non potrei vivere e non mi sentirei a mio agio".

Il portiere al momento di cambiare vita viene accostato anche a ruoli in Figc, Fifa e Juve. "Sicuramente mi inorgoglisce, ma per il tipo di carattere che ho non voglio dare delusioni a chi ha fiducia in me. Il giorno in cui avrò la certezza di intraprendere un altro ruolo lo voglio fare con la pienezza di avere le conoscenze che servono per farlo nel migliore dei modi. Sento forte il senso del dovere e la responsabilità di non tradire gli altri e la loro fiducia".

Se anche dovesse continuare a giocare un altro anno, a Buffon piacerebbe restare nella famiglia Juve. "Che la Juve per me rappresenti famiglia penso sia sotto gli occhi di tutti. Che io possa essere onorato di essere percepito come uno della famiglia in questi anni e in queste ultime ore credo che Andrea me lo abbia fatto sentire con tanta forza. Però devo anche dire che la Juventus è una società che programma il futuro e che il suo futuro è come il presente e come il passato: un futuro vincente - ha aggiunto il portiere -. Se un giorno dovrò essere considerato un elemento sul quale fare affidamento perché posso spendermi e posso dare qualcosa alla causa è chiaro che per me la Juve ha la precedenza su tutto. Però non deve essere un'imposizione o qualcosa che devo sentire di diritto perché la Juve con me è pari. Mi ha dato talmente tanto che un qualcosa in più sarebbe un ulteriore gesto di generosità nei miei confronti".

"La prossima settimana sarà la settimana delle decisioni definitive per capire se farò un altro anno. Decisioni che non cambieranno il mio umore e il mio stato. Io fino a 15 giorni fa ero un ex giocatore e l'avevo accettato con serenità, quindi qualunque cosa capiti sarò felice e sereno, perché per me l'importante era non intaccare questa mezza vita con la Juve e deludere le aspettative loro e di chi ha creduto in me. Io credo che avendo fatto mio il modus 'operandi' e 'ragionandi' della Juve e avendo condiviso insieme per tutto l'anno le nostre impressioni, io sono fermamente convinto che la Juve essendo una società seria debba programmare il suo futuro. E io che sono stato giocatore per quasi 20 anni e capitano per 7-8 sono il primo che lo capisce e che ho pensato fosse giusto continuare così", ha proseguito Buffon.

"Per me era giusto concludere nel miglior modo possibile, poi la Juve non scordiamoci che ha un valore di portiere eccelso almeno quanto il mio e che ha 13 anni in meno di me. Se è la Juve più grande di sempre non posso dirlo perché mancherei di rispetto a chi ha vinto qualcosa di più importante di noi. Che sia la Juve più solida, testarda e continua quello probabilmente sì, perché lo dicono i risultati", ha proseguito il portiere bianconero che sta vivendo tante emozioni. "Una grande gratificazione. L'essere gratificato, sentire tutta questa vicinanza da parte della società, dei miei ex compagni e delle persone vicine a me. Per il futuro devo dire che non ho paura. Un po' di incertezza come succede a chi fa grandi cambiamenti. Ma come ho detto prima vivo per questo, vivo per uscire dalle zone di comfort e andare a misurarmi in avventure più complicate. Questo è un modo per pesarsi maggiormente e misurarsi. Le sfide non mi hanno mai fatto paura, anzi stimolato".

NAZIONALE - "La Nazionale? Io ho detto che se Buffon era diventato un problema tre mesi fa non oso pensare cosa possa essere tre mesi dopo. Quindi poi ipoteticamente sei mesi dopo, un anno dopo eccetera. Diventerebbe qualcosa di complicato da gestire, qualcosa - spiega - dal quale voglio tenermi lontano perché non penso di meritarlo. E poi penso che la Nazionale abbia già dei grandi e giovani portieri che hanno bisogno di fare le loro esperienze".

"Se il 4 giugno sarò in campo con la maglia azzurra per Italia-Olanda? No, non ci sarò. Come ho detto poc'anzi la Nazionale è un'altra parentesi che ha caratterizzato il mio percorso e la mia vita calcistica e le persone che hanno composto la dirigenza e la squadra il meglio di loro me l'hanno dato mentre combattevamo per i risultati. Non ho bisogno di altri attestati di stima, affetto e celebrazioni varie. Le persone, come ho detto, vanno celebrate da vive e non da morte, se si ritiene lo meritino", ha aggiunto Buffon.

CAMPIONATO - "Quest'anno è stata snervante, un'annata forte dal punto di vista emotivo, anche perché è iniziata presto. Di solito le emozioni vere arrivano a marzo, quest'anno già a novembre ci siamo fatti carico con Giorgio e gli altri del fallimento del Mondiale. Poi è stata una stagione con dei bassi clamorosi e inaspettati e dei picchi incredibili - ha proseguito Buffon -. Questo ha fatto sì che la razionalità a volte venisse meno e qualche perplessità dopo Juve-Napoli c'era. Dovevamo capire se eravamo ancora noi, se saremmo riusciti a ricompattarci o se questa sensazione di esserci dissolti e disuniti si sarebbe protratta. Invece per l'ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile".

MADRID - La decisione della Uefa su quanto successo a Madrid? "Per quella che potrebbe essere una squalifica per il dopo Madrid penso sia anche giusto. In campo io credo che l'arbitro abbia decretato un'espulsione che a oggi non ho ancora compreso e con l'onestà intellettuale del caso credo che anche voi più che focalizzarvi sulle mie dichiarazioni dovreste porre un interrogativo su un'azione che non trova un riscontro coerente. Per quello che ho esternato fuori dal campo, l'ho detto qualche giorno dopo, è evidente che abbia trasceso e di quello ne sono estremamente dispiaciuto perché in 23 anni di Champions League non sono mai stato né espulso né squalificato, per cui penso anche di aver avuto sempre una condotta educata e sportiva con tutti".

"Era sicuramente una situazione particolare e a distanza di giorni ho detto che il Buffon di quella sera con i sentimenti e l'animo dilaniato di quella sera, non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni è chiaro che mi è dispiaciuto aver offeso l'arbitro. Perché l'arbitro fa un lavoro difficile, ma se l'avessi visto dopo due giorni l'averi abbracciato chiedendogli scusa, ma conservando il mio pensiero. Ma niente di più, non porto rancore e sono molto sereno in una situazione normale", ha aggiunto Buffon.

AGNELLI - "Grazie di cuore per questi 17 anni a Gigi Buffon. E' ambizioso, timido, leale, trasparente, sincero, onesto, un amico, il capitano. E' stato in paradiso è sceso al'inferno ed è tornato in paradiso". Così il presidente della Juventus Andrea Agnelli, ha introdotto lo storico portiere bianconero all'inizio della conferenza stampa. "L'anno prossimo il portiere della Juventus sarà Szczesny", ha poi annunciato Agnelli, ricordando i numero di Buffon. "I suoi numeri sono pazzeschi, con la Juve ha vinto 26 trofei, giocato 17 stagioni straordinarie. Gigi ha proposte per ruoli fuori dal campo e anche per continuare a giocare. Gigi sa che ha il mio pieno supporto qualsiasi decisione prenderà, ci tengo solo a dire grazie di cuore per questi 17 anni straordinari e sabato goditi lo Stadium come lo Stadium si godrà te".

"Le bandiere esistono, Gigi Buffon - ha continuato Agnelli - lo è, e adesso passa il testimone a Giorgio Chiellini che ha 13 anni di Juventus e che si può già definire una bandiera della Juventus". "Dei quasi 100 anni della storia della nostra famiglia alla Juventus, hai rappresentato circa il 20%", ha detto Agnelli parlando al portiere.

Sull'offerta a Buffon, Agnelli ha anche spiegato: "Abbiamo ragionato su un percorso lontano dal campo di gioco. Per me qualunque ruolo passa da un percorso di lunga formazione. L'inizio quindi è stato prospettare un anno di seria formazione per avere competenza e consapevolezza del significato di gestione di un club a 360 gradi. Da lì poi si può capire qual è la direzione più giusta. Questo vale per Gigi ma anche per i dipendenti di qualsiasi società", ha aggiunto Agnelli.

 



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