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25 aprile 2024

Castelfranco

BORSO DEL GRAPPA, IL TAR STOPPA L’IMPIANTO A BIOMASSE

Respinto il ricorso delle aziende costruttrici contro il Comune

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BORSO DEL GRAPPA, IL TAR STOPPA L’IMPIANTO A BIOMASSE

BORSO DEL GRAPPA - Il consigliere regionale Luca Baggio, presidente della commissione Attività produttive, esprime soddisfazione per la sentenza del Tar del Veneto che ha stoppato l'impianto a biomasse di Borso del Grappa, respingendo il ricorso delle aziende costruttrici contro Comune, Regione e Provincia.

"Il pronunciamento del giudice amministrativo - dichiara in una nota Baggio - mette la parola fine a tre anni di iter per costruire un impianto ad olio di palma a Borso e dà ragione all'opposizione della passata amministrazione guidata dal sindaco Fabbian, oltre che a tutte le azioni da me intraprese in Regione per bloccare queste iniziative di privati a danno del territorio". A seguito delle domande di autorizzazione presentate nel 2009 al comune di Borso Baggio ha promosso una battaglia politica e legislativa contro il 'frazionamento' delle autorizzazione che avrebbe consentito di aggirare i limiti di potenza stabiliti dalla legislazione regionale.

"Come giustamente aveva eccepito dal Comune di Borso, le quattro richieste di DIA (dichiarazione inizio lavori) presentate dalle quattro aziende in questione - sottolinea Basso - nascondevano in realtà un unico impianto a biomassa, senza interesse pubblico, e peraltro costruito in un'area definita dal Ptcp della Provincia come un 'corridoio ecologico'. Lo stop imposto dal Tar riconosce la giustezza delle eccezioni mosse dall'amministrazione Fabbian a quell'impianto, contrastato fin dall'inizio perché superiore ai limiti di legge di un megawatt".

Baggio inoltre, per evitare il ripetersi di episodi analoghi in altre realtà del territorio, ha presentato e fatto approvare in Consiglio regionale una legge che regolamenta la produzione di energia da impianti a biomassa, biogas o fonti rinnovabili specificando che quando ci sono impianti tra loro contigui, pur restando ognuno di essi al di sotto della soglia di 1 megawatt e pur in presenza di autorizzazione comunale, si debba considerare come un'unica struttura, pertanto rientrante nella competenza legislativa regionale.

 


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