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25 aprile 2024

Vittorio Veneto

"Bloccate il secondo stralcio e liberalizzate la A27": le proposte 5 Stelle per il traforo

Il grillino Marco Borsoi ha contattato il parlamentare D'Incà, se ne parlerà col nuovo Governo

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

VITTORIO VENETO - Un traforo, a Vittorio Veneto, c’era già: quello scavato negli anni ‘60 per la realizzazione dell’autostrada Venezia-Monaco. Un’opera che si è fermata ben prima, e cioè a Belluno, ma che ha lasciato il “segno” sui monti della Città della Vittoria.

 

Tra i caselli di Vittorio Veneto nord e Vittorio Veneto sud c’è infatti la galleria che rappresenta il primo traforo nel territorio comunale. E proprio la liberalizzazione del tratto autostradale era stata additata da molti come alternativa al secondo traforo, quello di Sant’Augusta. Secondo chi si opponeva all’opera, infatti, sarebbe bastato rendere gratuito il tratto tra i due caselli per avere gli stessi benefici del traforo serravallese, ma senza i costi ambientali che ha richiesto.

 

Una soluzione – oggi divenuta forse poco più che un rimpianto – tornata alla ribalta dopo il tentativo operato dal sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, di liberalizzare l’autostrada tra le uscite Treviso Nord e Treviso Sud. Il primo cittadino ha infatti incontrato il direttore generale di Autostrade per l’Italia, individuando un “percorso per la liberalizzazione della A27”.

 

Un incontro che per l’amministrazione trevigiana si è rivelato superiore alle attese, visto che il tratto potrebbe comprendere anche l’uscita di Preganziol. E allora perché non fare lo stesso a Vittorio Veneto? “Servirebbe ad alleggerire il traffico in città. Il traforo non risolve questo problema, dal momento che incanalerà il traffico nella rotonda di via del Carso” ha dichiarato il portavoce del comitato “No traforo – sì alternative” Alessandro Mognol.

 

“Se ne parlava anche all’inizio della realizzazione per il traforo – continua il portavoce – E’ una proposta giusta, da portare avanti anche ora. Anche se non credo potrà fermare i lavori”. Rendere gratuito l’accesso in autostrada, secondo il portavoce, sarebbe d’aiuto anche dopo la rivoluzione introdotta dal traforo: devierebbe infatti parte del traffico dal centro città, alleggerendolo, visto che il problema sarà semplicemente “trasferito” in via del Carso, strada scelta per l’uscita della variante.

 

“Si tratta di una soluzione economicamente fattibile – chiosa Mognol – Se l’avessero adottata, il traforo non sarebbe servito”. E sul tema si sta muovendo anche Marco Borsoi del Movimento 5 Stelle, che ha contattato il parlamentare grillino Federico D’Incà. “Nell’ultima telefonata si è parlato di valutare l’ipotesi di una liberalizzazione dell’A27 nel tratto vittoriese – riporta Borsoi – Oppure di una convenzione che porti ad una forte riduzione tariffaria, magari con un abbonamento annuale a costo limitato”.

 

Se ne parlerà quando sarà stato formato il nuovo Governo, ma intanto Borsoi sta lavorando anche su un altro fronte, complementare a quello della liberalizzazione: fermare, nei limiti del possibile, i finanziamenti al secondo stralcio del traforo. “Il primo stralcio, ormai che è fatto, potremmo farlo uscire in un altra area, e non in via Carso – dichiara Borsoi – Ma il secondo possiamo anche evitarlo”. Con la mancata realizzazione della seconda parte dell’opera e la liberalizzazione dell’autostrada si troverebbe così una soluzione di compromesso.

 



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