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28 marzo 2024

Treviso

BEVO QUINDI SONO (GIOVANE E LAUREATO)

Il 20% tra coloro che abusano abitualmente di alcol ha una laurea

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di Cinzia Agrizzi

L’identikit dell’alcolista italiano? Giovane e laureato. “Secondo i dati più recenti l’età media dell’alcolista tipico si è abbassata da 50 a 30 anni e il 20% tra coloro che abusano abitualmente di alcol ha una laurea”, afferma il Dr Fulvio Susanna, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e responsabile del “Poliambulatorio Villorba” per il trattamento dell'obesità e i disturbi alimentari.
Il consumo di alcol, inoltre, è sempre più diffuso tra i giovanissimi: si parla di binge drinking (bere per ubriacarsi), bere in un’unica occasione cinque o più bevande alcoliche, incrementando il rischio di alcoldipendenza in età adulta. Infatti, l’organismo richiede quantità sempre maggiori di alcol per raggiungere le sensazioni legate, all’inizio, a un solo bicchiere. “Secondo il rapporto appena presentato dall’Istituto Superiore di Sanità, il 67% degli adolescenti fra i 13 e 15 anni eccede nel bere, consumando più di due bicchieri a sera. Il fenomeno riguarda il 25 % dei maschi e il 3% delle ragazze e i consumatori più a rischio di cadere nella trappola dell’alcolismo sono quelli fra 19 e 24 anni – spiega il dr Susanna. – Non si dimentichi che la prima causa di morte per i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 30 anni sono gli incidenti stradali, il 75% dei quali deriva dall’assunzione di sostanze alcoliche. Inoltre, sempre tra i giovani, cresce la diffusione di patologie legate all’alcol quali la steatosi epatica”.

Quali sono i principali effetti dannosi dell’alcol?
“L’alcol è una droga eppure spesso il problema è sottovalutato. Gli effetti dell’alcol etilico si producono con rapidità in quanto esso viene assorbito nel sangue velocemente. Circa il 90% dell'alcol ingerito subisce una trasformazione per mezzo dell'attività del fegato, dando vita a composti dannosi per l'organismo. L’alcol altera il funzionamento del sistema nervoso centrale, crea dipendenza fisica e psichica, assuefazione e disturbi comportamentali. Cito alcuni dei principali organi danneggiati dall'abuso di alcol e alcune delle malattie riscontrate: cuore e fegato (epatite, cirrosi epatica), apparato riproduttivo (ridotta fertilità), esofago (tumore), stomaco (tumore), intestino, pancreas, sistema nervoso centrale (Delirium tremens, epilessia, allucinosi, atrofia cerebrale)...”.

Quando si parla di alcoldipendenza?
“Quando si vive una condizione caratterizzata da comportamento compulsivo verso il bere (craving), incapacità di limitare questa pulsione, comparsa di sintomi da astinenza dovuti alla sospensione dell’assunzione di alcol dopo un periodo di abbondanti bevute e necessità di aumentare l’introito di alcol nel tempo. Tutto ciò va a scapito dell’attività lavorativa, ricreativa e sociale della persona”.

Che cosa è la sindrome d'astinenza da alcol?

“Comprende una serie di sintomi correlati alla riduzione improvvisa dell’introito di alcol. Le caratteristiche sono: tremore, tachicardia, aumento del ritmo respiratorio e della temperatura corporea, insonnia con possibilità di incubi che accompagnano le brevi fasi di sonno, sensazione di ansia con possibili attacchi di panico, sintomi a carico dell'apparato gastrointestinale. I sintomi iniziano dopo 5-10 ore dalla sospensione o dalla diminuzione dell'introito di alcol, raggiungono il picco durante il secondo o il terzo giorno e scompaiono nella quinta giornata. La sindrome ansiosa, l'insonnia e altri disturbi permangono per mesi e possono rappresentare una delle cause per le quali il paziente ricomincia a bere”.

Alcuni dati testimoniano l'aumento della drunkoressia (anoressia alcolica). Di che cosa si tratta?
“E’ una condotta che ricorda anoressia e bulimia accompagnate da un consumo massiccio di alcolici. Il termine è stato coniato oltreoceano dove sembra che questo insalubre stile di vita sia molto diffuso soprattutto nelle università. Negli atenei americani molte giovani donne dedite all’alcol scelgono di digiunare durante il giorno per poter bere molto di sera senza correre il rischio di ingrassare”.

Infatti, a preoccupare molte ragazze ossessionate della linea ma incapaci di rinunciare a bere, sono proprio le calorie dell’alcol, superiori a quelle di zuccheri e proteine e convertite in grasso. La dottoressa Eva Da Ros , dietista di Vittorio Veneto, ci informa sul contenuto calorico di alcuni prodotti alcolici. “Per calcolare il contenuto calorico di una bevanda si parte dalla gradazione alcolica, che esprime la quantità di alcol presente (12° = 12 ml di alcol su 100 ml di bevanda). Per risalire al contenuto in grammi si moltiplicano i ml di alcol per il suo peso specifico che è 0,8 ed una volta ottenuti i grammi di moltiplicano per le calorie (7 kcal per grammo). Un bicchiere di vino varia dalle 70 alle 100 kcal, una lattina di birra contiene 100 kcal, un bicchiere di birra doppio malto 170 kcal, un cocktail 200-300 kcal”.

Per ridurre le calorie e non ingrassare sarebbe sufficiente ridurre il numero di aperitivi. Ma sembra impossibile, dal momento che l’aperitivo rappresenta un momento di socializzazione irrinunciabile non solo tra gli adulti ma anche tra i ragazzi. “Bambini e ragazzi non dovrebbero bere per niente almeno fino all’età di 16 anni. Per gli adulti, la quantità giornaliera di alcol considerata moderata è di 2-3 Unità Alcoliche per l’uomo e di 1-2 U.A. per la donna (U.A. = 12 g di etanolo) – spiega la dottoressa Da Ros. - L’alcol viene assorbito per il 20% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino: è chiaro che a stomaco vuoto l’assorbimento sarà più rapido. Pertanto è utile ridurre la gradazione alcolica della bevanda (“birrino” e “spriz liscio” sono le versioni light di birra e vino bianco), sorseggiare lentamente (il che riduce anche il numero di aperitivi) ed assumere del cibo insieme alla bevanda. Ci sono comunque alternative analcoliche, più sane e più sicure (una spremuta fresca, un succo di frutta, un succo di pomodoro”.

Tra i giovani è diffuso anche il consumo di alcol mescolato a energy drink. E' un mix pericoloso?
“Il rischio legato a questo mix dipende dalla maggiore gradevolezza della bevanda, che ne induce quindi un consumo maggiore, e dalla capacità delle sostanze eccitanti di nascondere gli effetti sedativi dell’alcol dando una falsa percezione di sobrietà: non si ha sonno, non ci si sente stanchi, in realtà si hanno riflessi rallentati, ridotte capacità di ragionamento e decisionale, ridotta coordinazione motoria”.

 


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