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28 marzo 2024

Montebelluna

Banche venete, risoluzione a tutela degli azionisti

Depositata dal presidente del Consiglio regionale: punta ad introdurre strumenti di garanzia

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Banche venete, risoluzione a tutela degli azionisti

CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - Una risoluzione in materia di tutela del risparmio degli azionisti delle due banche venete è stata depositata dal Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti.

Il provvedimento, di cui il Presidente Ciambetti è primo firmatario e che è stato sottoscritto anche dai colleghi Nicola Finco, Silvia Rizzotto, Gianluca Forcolin, Franco Gidoni, Fabrizio Boron, Luciano Sandonà e Alberto Semenzato, è volto ad introdurre strumenti di garanzia a favore di risparmiatori, azionisti ed obbligazionisti, di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Presenti alla conferenza, rappresentanti dei risparmiatori e del pool di avvocati, tra i quali Andrea Filippini del foro di Verona, che ha formulato la traccia di emendamento da sottoporre al Governo ed inserita nell'atto consiliare.

 

"Questa Risoluzione serve a dare giustizia ai risparmiatori truffati - ha detto Ciambetti -. Anche dalla Commissione parlamentare d'inchiesta stanno emergendo mancanze, qualche svista, chiamiamola così, e comunque fatti dai quali è possibile ricavare che qualcuno sapeva ciò che stava accadendo e che chi controllava non ha messo in campo tutte le azioni adeguate a tutela dei risparmiatori. La Risoluzione mira ad introdurre un emendamento alla legge di stabilità nazionale, proprio nel periodo in cui è in discussione, destinato ad anticipare il risarcimento ai risparmiatori truffati: una proposta di buon senso. Il Consiglio regionale farà da tramite presso il Governo e il Parlamento nei confronti delle associazioni dei risparmiatori affinché risulti evidente che in questa faccenda qualcosa è mancato".

 

"Si tratta - ha spiegato Andrea Arman, presidente del coordinamento associazione banche popolari venete Don Enrico Torta - di ottenere un'anticipazione da parte dello Stato sui proventi dei cosiddetti Npl, ovvero sui crediti deteriorati, che il Governo si appresta ad incassare attraverso la società Sga, con un utile previsto dal Governo stesso di diversi miliardi di euro. Queste somme potrebbero essere anticipate ai risparmiatori e ciò in quanto questa crisi delle Popolari venete non è soltanto una crisi aziendale, ma una vera e propria crisi sociale che investe il territorio non solo veneto, ma anche di altre aree d'Italia. Deve essere la politica a dare una risposta in tempi stretti in modo che la situazione non degeneri. Per i risparmiatori, attendere anni per vedere conclusa l'operazione sul recupero dei crediti deteriorati è un tempo troppo lungo. Lo Stato può anticipare queste somme oggi e le introiterà nel momento in cui concluderà l'operazione di recupero sui crediti deteriorati. L'ipotesi di residuo fatta a livello di Ministero dell'Economia e delle Finanze si aggira tra i 4 e i 5 miliardi: la nostra richiesta di risarcimento è di 4 miliardi, con un ulteriore residuo da gestire da parte dello Stato".

 

"In linea con l'emendamento che abbiamo già presentato al Parlamento - ha aggiunto Luigi Ugone dell'associazione 'Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza' - chiediamo al Consiglio regionale del Veneto di essere il tramite per la Risoluzione che tratta la rifusione dei danni subiti dai risparmiatori veneti e italiani nella vicenda BpVi e Veneto Banca, una richiesta di 4 miliardi di euro suddivisi equamente per i due soggetti bancari ora sottoposti a liquidazione coatta amministrativa, sulla base degli Npl che i due istituti hanno 'in corpo'. Ci apprestiamo a presentare un documento analogo anche in altre regioni, ossia Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Puglia, Sicilia. I soggetti deboli non possono attendere i tempi di insinuazione nel passivo visto che tra le ipotesi di reato formulate dalla Procura della Repubblica di Vicenza vi è quella di aggiotaggio, ipotesi da cui potrebbe derivare uno scenario con migliaia di domande di ammissione al passivo da parte di azionisti ed obbligazionisti subordinati, con tempi di esame e di ammissione al passivo inevitabilmente lunghi. Chiediamo un anticipo di cassa a favore dei privati e delle aziende, in tempi brevi, magari coinvolgendo nell'operazione anche la Cassa Depositi e Prestiti".

 



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