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28 marzo 2024

Montebelluna

Banche Venete: entro metà settembre nuovo socio per Bim

In arrivo offerte da 4 fondi, valore impresa 100/150 mln euro

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Banche Venete: entro metà settembre nuovo socio per Bim

CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - Battute finali per la ricerca del nuovo socio di Banca Intermobiliare di Investimenti (Bim), uno degli ultimi nodi da sciogliere sull'onda lunga della cessione delle attività delle banche venete a Intesa Sanpaolo per evitarne il fallimento. La data room della banca torinese, controllata al 71,4% da Veneto Banca, è stata chiusa ieri, dopo che vi hanno avuto accesso i fondi Warburg, JC Flowers, Attestor e Barents Re, che avevano presentato la loro offerta non vincolante.

 

Entro il prossimo martedì 29 agosto gli interessati potranno formalizzare l'offerta definitiva, basata su un valore d'impresa compreso - si dice - tra i 100 e i 150 milioni di euro e se - come sembra - tutti e 4 i soggetti si faranno avanti, i tre commissari della banca in liquidazione (Alessandro Leproux, Giuliana Scognamiglio e l'ex-amministratore delegato di Popolare Vicenza Fabrizio Viola) potranno decidere chi si aggiudicherà il trofeo entro metà settembre. Resta poi il nodo del parere vincolante di Bce e Bankitalia, che però, dato il livello dei contendenti, con Warburg e Attestor dati per favoriti, difficilmente potrà essere negativo.

 

La cessione della banca era nelle cose ed è stata prevista da Bim nel piano industriale presentato lo scorso 18 luglio. Per il prossimo triennio il management intende posizionare la banca nel mercato italiano del private banking di "fascia alta, con asset medi per cliente superiori a 1 milione di euro". Prevista una crescita a 15 miliardi degli attivi in gestione, rispetto ai 9,2 miliardi di fine marzo grazie anche al reclutamento "di private banker molto selezionati e qualificati" e con l'inserimento in rete di oltre 130 risorse, a cui si aggiungerà una "forte riduzione dei costi con l'obiettivo di riportare il Cost/Income (rapporto tra costi e ricavi) dal 96% al 52% a fine piano".

 

L'obiettivo è confermare il modello di "banca leggera a livello di capitale" attraverso l'uscita dalle attività di prestito alle imprese, la cessione di "partecipazioni non strategiche e immobili", la riduzione del 33% degli asset ponderati per il rischio e un innalzamento del Cet1 al 17,8%. Sciolto il nodo Bim, per le banche venete in liquidazione resta il nodo degli incagli, che a differenza degli Npl al momento non possono essere conferiti alla Sga, la società pubblica preposta dal Governo.

 

In ballo ci sono circa 8 miliardi, che al momento le due bad bank non possono gestire, essendo prive di licenza bancaria. Gli emendamenti al decreto di luglio prevedevano un'apposita deroga, che poi è saltata in quanto il decreto è stato convertito nella sua versione originaria.

 



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