Banche venete, dipendenti pagati meno e viaggi da 200 km al giorno
Questi i nodi principali del negoziato tra i sindacati e Intesa
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CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - Sono sostanzialmente i nodi delle retribuzioni e degli indennizzi per la mobilità quelli posti ieri sul tavolo della trattativa fra i sindacati dei lavoratori delle ex banche popolari venete e Intesa SanPaolo, da giugno proprietaria dei due istituti.
Il primo risultato che le organizzazioni sindacali attendono dal negoziato, che è ripreso a Milano e continuerà per tutta la giornata di oggi, è il riconoscimento dell'inesistenza di retribuzioni medie più elevate fra i dipendenti delle banche venete e quelli in forza al gruppo Intesa, argomento, quest'ultimo, addotto dal gruppo per giustificare l'ipotesi di una rimodulazione in basso delle buste paga.
Il secondo punto affrontato oggi riguarda i trasferimenti ai quali saranno costretti molti dei dipendenti delle ex popolari data la riorganizzazione della rete con la chiusura di 2/3 delle filiali. I trasferimenti quotidiani, che potranno comportare viaggi fino ai 200 km fra andata e ritorno, secondo i sindacati dovrebbero essere considerati meritevoli di idonei rimborsi dato che le spese di viaggio potrebbero verosimilmente ricadere su molti lavoratori per importi anche vicini ai 300 euro al mese.