29/03/2024nuvoloso

30/03/2024pioggia debole

31/03/2024pioggia debole e schiarite

29 marzo 2024

Montebelluna

Banche venete bussano a Atlante. Guzzetti, soldi finiti

Mion, siamo nelle mani del governo. Appello dei Cda, fare presto

|

|

Banche venete bussano a Atlante. Guzzetti, soldi finiti

CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - I soldi 'privati' per le banche venete sono finiti. Dopo il 'no' dell'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, anche il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, uno dei grandi sponsor del fondo Atlante, ha ribadito che le Fondazioni non metteranno "più un euro" nella Popolare di Vicenza e in Veneto Banca. Rendendo con ogni probabilità vano il mandato, affidato ai vertici delle banche, di sondare la disponibilità di Questio Sgr, gestore del fondo Atlante, a nuovi contributi. Il tema della ripartizione delle risorse per ricapitalizzare gli istituti veneti è esploso dopo che la Ue ha imposto che, dei 6,4 miliardi richiesti dalla Bce, oltre un miliardo venga da pagato soggetti privati in quanto, a suo dire, necessario per ripianare perdite attese e prevedibili. Con il rischio di far deragliare il salvataggio statale e spalancare le porte al bail in.

 

"Siamo nelle mani del governo" ha ammesso candidamente il presidente della Vicenza, Gianni Mion, dopo che ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha "escluso" la possibilità di ricorrere al famigerato 'salvataggio interno', che spalmerebbe il costo della ricapitalizzazione su obbligazionisti senior e correntisti sopra i 100 mila euro. Ma chi metterà i soldi? "Bisogna chiederlo a Padoan" ha detto Guzzetti ricordando che le fondazione "hanno già messo 538 milioni" di euro, che rischiano seriamente di finire al macero, assieme ad altri 3 miliardi di euro sottoscritti da banche e assicurazioni. Oggi si sono riuniti anche i Cda delle due banche per ascoltare le relazioni dei rispettivi a.d, Fabrizio Viola per Bpvi e Cristiano Carrus per Veneto Banca, dopo gli incontri con la Dg Comp della Commissione Ue e con lo stesso Padoan.

 

Il messaggio dei consigli è chiaro: il piano di ristrutturazione messo a punto a fine 2016, si legge in una nota di Bpvi, "è essenziale per il rilancio" e "il suo successo resta affidato all'avvio nei tempi più rapidi delle azioni previste", a partire dalla fusione. Anche perché la macchinosità del processo di ricapitalizzazione e lo spettro del bail in continuano a fiaccare la raccolta. "Stiamo lavorando", ha detto Viola auspicando tempi "brevi" ma senza "fare previsioni".

 

I due consigli hanno voluto rimarcare gli impegni assunti da Padoan, che "consentono di confidare nella rapida conclusione del processo di autorizzazione alla Ricapitalizzazione Precauzionale". E hanno dato mandato a Viola e Carrus di verificare la disponibilità di Quaestio sgr a partecipare all'aumento. Un passaggio obbligato, considerato che Atlante è l'azionista di controllo delle due banche, anche se dall'esito scontato, stando alle dichiarazioni dei sottoscrittori. A questo punto, a meno che la 'moral suasion' del governo non riesca a convincere il sistema bancario a versare un nuovo 'obolo' (in Borsa sono tornate le vendite sul credito), la strada per evitare il bail in porta al tavolo delle trattative con l'Europa. Chi segue il dossier sottolinea che le richieste dell'Antitrust europeo "non sono un dato acquisito" lasciando intendere che si tenterà quantomeno di ridurre il fabbisogno di fondi privati, magari spostando la partita dal piano tecnico a quello 'politico'. 

 



Leggi altre notizie di Montebelluna
Leggi altre notizie di Montebelluna

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×