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29 marzo 2024

Treviso

"Avevano programmato un brutale omicidio”: restano in carcere i due ragazzi che hanno sparato a Manuel

Per il giudice la ricostruzione dei fatti dei due fermati è "gravemente lacunosa"

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ROMA - Marinelli e Bazzanno avevano programmato un brutale omicidio ha sottolineato il gip Costantino De Robbio nell'ordinanza di custodia cautelare con cui al termine dell'interrogatorio a Regina Coeli ha disposto il carcere per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzanno accusati del ferimento di Manuel Bortuzzo, il nuotatore trevigiano ancora ricoverato all’ospedale San Camillo.

“Appare inconfutabile allo stato, essendo stati esplosi numerosi colpi di arma da fuoco verso le parti vitali della vittima, l'intento di ucciderla e non di ferirla”, ha sottolineato De Robbio nell'ordinanza di custodia cautelare.

Per il gip "è altamente probabile il rischio di reiterazione dei delitti della stessa specie di quello contestato" perché denota "la mancanza di controllo e l'estrema pericolosità degli indagati, che non hanno esitato a recuperare una pistola che evidentemente avevano in precedenza acquistato e tenevano pronta per usarla, e programmare un omicidio brutale senza apparente motivo per poi allontanarsi dal luogo, secondo le risultanze sopra descritte, ridendo". Il giudice parla di "assoluta pericolosità dei due indagati che, dopo aver programmato un omicidio non riuscito per cause indipendenti dalla loro volontà, hanno poi ideato un piano tendente a garantire almeno parzialmente la loro impunità dimostrando la proclività al delitto e l'assoluta mancanza di resipiscenza".

"Gravemente lacunosa appare la ricostruzione del movente", ha scritto ancora il gip aggiungendo: "Appare evidente che i due, una volta appreso dagli organi di stampa del ritrovamento dell'arma con (verosimilmente) le impronte del Marinelli, abbiano deciso di costituirsi provando a circoscrivere la responsabilità al solo sparatore, senza riuscire a fornire però una ricostruzione dei fatti minimamente convincente".

I due, accusati di tentato omicidio premeditato in concorso e aggravato dai abietti e futili motivi, "non hanno risposto alle domande del gip perché quello che avevano da dire lo hanno già detto l'altro ieri in questura", ha detto l'avvocato Giulia Cassaro lasciando il carcere di Regina Coeli al termine dell'interrogatorio e sottolineando come stiano "male per quanto fatto, come hanno già detto l'altra sera".

 


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