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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

"Aveva tante pagine belle per scrivere la sua vita": l'addio a Marie Louise, che ha dato alla luce il figlio prima di morire

Le parole del marito Lambert: «Spero di non rimanere da solo»

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

VITTORIO VENETO - Una folla per l’addio a Maria Louise Monehode Wappi, la 39enne morta per le metastasi di un cancro poche ore dopo aver dato alla luce il suo quintogenito. Oggi pomeriggio, lunedì, la Pieve di Sant’Andrea era colma di persone, molte arrivate anche dall’estero per dare il loro saluto a questa coraggiosa mamma.

 

Un rito cattolico molto partecipato che nel finale, in particolare, si è mescolato con la tradizione africana, con canti e con le donne che hanno sfilato, per le lamentazioni, attorno alla salma di Marie Louise, per poi salire tutte sull’altare. E alla fine ha preso la parola il marito Lambert: «Spero di non rimanere da solo». Poco dopo le 15 l’arrivo della salma.

 

C’erano il marito, i figli, la mamma Therese, la comunità camerunense (alcuni indossavano delle t-shirt con l’immagine di Marie Louise), gli amici, i colleghi di lavoro delle case di riposo “Padre Pio” di Tarzo, dove lavorava la 39enne, e quelli del “Cesana Malanotti”, dove lavora Lambert, gli amici arrivati dal Cadore dove la famiglia Wappi aveva abitato e lavorato, i compagni di classe dei bambini che frequentano asilo e scuola elementare a Serravalle, i compagni di liceo della figlia più grande, le comunità di Serravalle e di Sant’Andrea.

 

A celebrare il funerale il parroco monsignor Michele Favret, affiancato da padre Jean, camerunense, da monsignor Ermanno Crestani e da don Marco Favret. «Siamo qui – ha detto in apertura don Michele – con il cuore gonfio di tristezza». Con un messaggio, si è unito anche il vescovo Corrado Pizziolo: «Il suo amore materno è esempio significativo per tutti noi».

 

«Come fare a non piangere? – si è interrogato padre Jean nel corso dell’omelia -. Proprio in questa chiesa, l’anno scorso, tutti noi eravamo presenti per il matrimonio di Lambert e Marie Louise. E chi l’avrebbe detto che dopo un anno Marie Louise ci avrebbe lasciato, à la fleur de l’age (nel fiore della vita ndr), a soli 39 anni quando aveva ancora tante pagine belle per scrivere la sua vita. La vita di Marie Louise è stata una vita piena e il numero 39, dal punto di vista teologico, è simbolo con il 3 di trinità e pienezza. Se n’è andata dando la vita ed è rinata in Renato. Per l’africano tu sei una persona quando hai avuto una casa, una famiglia e hai dato la vita: tutto questo Marie Louise l’ha fatto. Marie Louise va in pace». Poi il saluto in lingua camerunense, intonato da padre Jean, ha riecheggiato in chiesa a più voci. E ancora una contaminazione africana al rito cattolico romano in chiusura.

 

Commovente e mesto il canto di ringraziamento “Grazie mamà” e poi il peregrinare delle donne africane, oltre cinquanta, attorno alla chiesa e alla salma. Tanti i volti solcati dalle lacrime. Infine il marito Lambert ha preso la parola. «Non ho parole per ringraziare la comunità vittoriese che mi ha sempre sostenuto e grazie al parroco – ha detto -. Fino all’ultimo ha voluto che il bimbo crescesse, ma non è arrivata al suo obiettivo perché si è sentita male (il piccolo è nato pretermine ndr). Grazie alle case di riposo che mi hanno dato sostegno morale, grazie alla comunità camerunense che non mi ha lasciato mai solo, alla mia famiglia e a queste donne. Spero di non rimanere da solo. La Regione Veneto ha pensato di aiutarmi per i figli e io cercherò di dare il massimo ai miei figli. Tanti si stanno mobilitando per aiutarmi e non mi sarei mai aspettato tutto questo. Grazie all’Italia che mi ha dato la possibilità di crescere la mia famiglia. Era sua volontà, da cittadina italiana, rimanere qui, non essere sepolta in Africa. Non ho l’abitudine di piangere, ho sempre il sorriso anche quando sono arrabbiato. Ma in questi giorni non riesco ad avere il sorriso».

 

Poi un lungo applauso, quindi la salma, salutata all’esterno della Pieve dal lancio al cielo di palloncini bianchi, ha proseguito per la tumulazione nel vicino cimitero di Sant’Andrea.

 


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Claudia Borsoi

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