Autobombe a Bengasi fanno strage
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E' salito ad almeno 33 morti e 71 feriti il bilancio del duplice attacco avvenuto ieri nella città libica di Bengasi. Lo riferisce l'emittente al-Arabiya citando fonti della sicurezza libica. Tra le vittime ci sarebbero anche esponenti dei vertici della sicurezza libica. Secondo le testimonianze, una prima autobomba è esplosa all'esterno della moschea Bait Radwan, nel quartiere di Al Salmani, mentre i fedeli tornavano a casa dopo la preghiera della sera. La seconda esplosione è avvenuta nella stessa zona dopo l'arrivo delle ambulanze.
Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità degli attacchi ancora. Milud Al-Zwai, un portavoce delle forze speciali dell'esercito, ha detto ai media locali che il comandante dell'unità speciale investigativa dell'esercito, Ahmed Ali Al-Fitouri, è stato ucciso in uno degli attacchi. Secondo fonti di sicurezza, il generale di brigata Mahdi Al-Falah, un alto funzionario dell'intelligence libica, è stato ferito nella prima esplosione. Ferito anche, stando a notizie ancora non confermate ufficialmente, il colonnello Belkasim Al Obaidi, del Direttorato della Sicurezza di Bengasi.
''Stanno continuando ad arrivare aiuti, mentre le squadre investigative e altri servizi di sicurezza stanno cercando di individuare i colpevoli'', ha detto il portavoce della sicurezza centrale di Bengasi, Tarek al-Kharraz, ad al Arabiya. Kharraz ha confermato che l'obiettivo degli attentatori era quello di colpire i civili in una zona densamente popolata com'è quella di Sleimani.