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23 aprile 2024

Italia

Auto killer a Roma, presi i due rom in fuga. A trovarli e denunciarli è stata la madre

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Auto killer a Roma, presi i due rom in fuga. A trovarli e denunciarli è stata la madre

Sono stati individuati dalla Polizia e portati in Questura a Roma i due rom che sarebbero stati a bordo dell'auto pirata che il 27 maggio ha travolto nove persone in via Boccea, uccidendo Corazon Abordo una filippina di 44 anni e ferendo altri otto passanti. Si tratta, rende noto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, in un tweet, di due ragazzi di 17 e di 19 anni, il primo sembra fosse alla guida. "Ringrazio - scrive Alfano - la Polizia per le indagini scrupolose e per l'impegno messo, che hanno consentito di arrivare all'obiettivo". Nei giorni scorsi era già finita in manette una nomade di 17 anni.

LE ACCUSE - I tre fermati sono tutti accusati di concorso in omicidio volontario dalla Squadra mobile di Roma. E' ancora da chiarire il motivo per cui non si sono fermati all'alt della polizia.

I DUE FERMATI - Samuele Halilovic, di 19 anni, e il fratello, E. H. di 17 anni, sono stati trovati in un campo agricolo in zona Massimina. L'area si trova nella zona dell'Aurelia non lontano dal Gra e dai campi rom La Monachina e Casale Lumbroso. I due ragazzi si sono rifiutati di rispondere alle domande del pubblico ministero. I due sono stati quindi portati su due diverse auto a Regina Coeli e al carcere minorile.

LA SORELLA DEI FUGGITIVI - La sorella dei due ragazzi rom che hanno provocato l'incidente dice all'Adnkronos: "È stata mia madre a trovarli e poi ha chiamato la polizia". "Li ha cercati tutta la notte in campagna, vicino al nostro campo, aveva paura fossero morti, non mangiavano e non bevevano da giorni" aggiunge la donna.

"Ci dispiace tanto per quanto è successo, chiediamo scusa a tutti, ai familiari della povera donna che è morta e a tutti i feriti", continua. "Sono preoccupata per mio fratello che ha un figlio di un anno - aggiunge - Se quella sera avessero chiamato l'ambulanza per portare mio padre in ospedale questa tragedia non sarebbe successa".

IL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE DI ROMA - Il capo della Squadra Mobile di Roma Luigi Silipo in conferenza stampa ha confermato che "la madre dei due fratelli ha indicato un campo dove potevano trovarsi" i due ragazzi. "La madre fin da subito ha avuto un atteggiamento collaborativo al contrario di quanto hanno fatto gli altri membri della famiglia che invece hanno tentato di depistare", ha aggiunto.

Rispondendo a chi gli chiedeva se i due fratelli rom abbiano mostrato segni di pentimento, Silipo ha detto: "Non hanno opposto resistenza e sono scoppiati a piangere". "Si sta lavorando - ha poi aggiunto - per accertare la presenza di una quarta persona sull'auto".

"Siamo convinti che non abbiano mai lasciato Roma", ha detto il capo della Squadra Mobile di Roma. "Ipotizziamo che in questi giorni non abbiano mangiato - ha detto - Li abbiamo trovati sporchi con qualche vestito lacero e uno dei due aveva una ferita al ginocchio". A guidare l'auto era il 17enne, ha spiegato Silipo. Gli investigatori hanno trovato sul sedile dell'auto il suo cellulare.

I FAMILIARI DI CORAZON - I familiari della vittima, Corazon, si chiedono: ''Adesso che succederà? Quando usciranno di galera?". La famiglia lancia un doppio appello al sindaco di Roma Ignazio Marino e al governo. ''Al sindaco - dice un portavoce all'Adnkronos - chiediamo più sicurezza in città, al governo chiediamo una norma che preveda una pena severa per chi uccide alla guida della propria auto''.

LE CONGRATULAZIONI DI MARINO A PREFETTO E QUESTORE - Soddisfatto il sindaco Ignazio Marino. "Mi congratulo con le forze dell'ordine, il prefetto e il questore che, lavorando giorno e notte, hanno assicurato alla giustizia i responsabili di tanto dolore, coloro che hanno strappato Corazon Abordo al marito, alle figlie e a tutta la sua famiglia, devastando le loro vite", scrive il primo cittadino in una nota. "Rinnovo il mio sentimento di vicinanza ai suoi familiari e a tutti gli altri feriti". E spiega: "Chi vive al di fuori della legge non può trovare spazio nella nostra città e nel nostro Paese e il Campidoglio si costituirà parte civile nel processo contro queste persone".

 


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