Attesa per la grande mostra: Carpaccio a Palazzo Sarcinelli
Avviata la macchina organizzativa
CONEGLIANO - Di fronte a un pubblico accorso numeroso, il sindaco Floriano Zambon ha commentato che la presenza qualificata del mondo della scuola, c'era anche la preside Damiana Tervilli dell'Istituto Cerletti, dell'associazionismo culturale, degli operatori commerciali significava che la mostra sul Cinquecento Inquieto, conclusa nel giugno scorso, aveva lasciato un segno positivo. "Si deve riprendere e consolidare la dimensione culturale e turistica - ha detto Zambon- anche di questo secondo appuntamento: Carpaccio Vittore e Benedetto da Venezia all'Istria. L'autunno magico di un maestro e la sua eredità".
La mostra si aprirà il 7 marzo e si concluderà il 28 giugno 2015. L'anteprima è stata affidata al curatore, il professor Giandomenico Romanelli (in foto), che da storico dell'arte ha ricordato che la mostra di Conegliano ricorre dopo il 50º anniversario del grande evento su Carpaccio, organizzato a Palazzo Ducale nel 1963. L'evento è affidato a Civita Tre Venezie, la cui Presidente, Emanuela Bassetto, ha firmato un contratto triennale con la Città di Conegliano. I tempi sono cambiati, le grandi opere del Carpaccio non si possono muovere da Venezia e quindi è stato necessario trovare una nuova chiave, che "riserverà delle sorprese, perché la nuova mostra diventa ancora più attrattiva, perché solleva un problema aperto ossia la produzione finale degli ultimi 10 anni del grande maestro. Si tratta di rimeditare il volto e l'incarnazione di Venezia nella fase definita finale e di decadenza".
Le ultime produzioni infatti si collocano fuori della capitale, perché toccano le periferie. Ha senso parlare della crisi di Carpaccio, perché viene in luce un uomo diverso, che prosegue con i lavori dei suoi figli: Pietro, il maggiore, fu pittore, ma non sappiamo nulla di lui; invece abbiamo i dipinti di Benedetto, alcuni collocati in Istria e, in particolare, a Capodistria, a Pirano e a Pola. "Siamo di fronte a un livello cambiato profondamente, con una cifra diversa nell'Istria degli anni 1540, che visse stravolgimenti profondi", ha sottolineato Romanelli nella conclusione.