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29 marzo 2024

Treviso

Artigiani dal Prefetto: "Imprese vittime delle imposte"

Il presidente di Confartigianato Sartor:"Invece di diminuire, le incombenze burocratiche aumentano"

| Isabella Loschi |

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Sartor

TREVISO - I rappresentanti di Confartigianato Marca Trevigiana in Prefettura per protestare contro legge di bilancio 2018. “Troppa burocrazia e nessun passo coraggioso sul fronte del fisco” - sottolinea il presidente di Confartigianato Vendemiano Sartor. Secondo una stima di Confartigianato Marca Trevigiana , senza le opportune modifiche ai provvedimenti di impatto fiscale, la legge di bilancio costerà alle aziende venete 2.800 euro di Imu, e 6.720 euro per le fatture elettroniche e quasi 107milioni per visti conformità, Pos, “spesometro”, oltre a 12 milioni di euro drenati alle imprese per ritenute sui bonifici per ristrutturazione e crediti Iva.

Queste le cifre consegnate al Prefetto Laura Lega nel corso dell’incontro di lunedì in Prefettura, durante il quale il numero uno dell’associazione degli artigiani si è fatto portavoce delle loro difficoltà.
“Se l’insieme dei provvedimenti aventi un impatto fiscale non dovesse cambiare radicalmente -afferma Sartor – riteniamo che il rapporto di fiducia tra contribuente e Stato si incrini ulteriormente. Le imprese non possono continuare a pagare, in modo sempre più complicato e costoso e sempre più anticipatamente, imposte quando poi i propri crediti non sono riconosciuti tali o veritieri. Non ci stiamo ad essere considerati, a priori, evasori salvo prova contraria. La logica della “cassa” sta destrutturando la nostra economia per via normativa. Non siamo d’accordo e non lo accettiamo. Le imprese chiedono di poter lavorare rispettando le norme ma di non divenendo vittime delle stesse.”

Tra i nodi da cambiare Sartor ha evidenziato il problema dei visti di conformità sulle compensazioni:”L’abbassamento a 5 mila euro della soglia dei crediti oltre la quale è necessario far apporre il visto sulle dichiarazioni per poter utilizzare i crediti Irpef, Ires, Irap e Iva ha fatto lievitare i costi burocratici per le imprese ed ha messo, di fatto, le ganasce al diritto dei contribuenti di poter sfruttare i propri crediti nei confronti dello Stato, diritto sancito dalla legge”.

 


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