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23 aprile 2024

Treviso

Artigianato trevigiano, cresce l'occupazione

Il numero di lavoratori dipendenti è ai livelli del 2012, recuperati 2 mila posti di lavoro

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Artigianato trevigiano, cresce l'occupazione

TREVISO - L’artigianato trevigiano consolida le posizioni acquisite e inizia ad assumere di nuovo. La crescita occupazionale dell’ultimo anno riguarda tutte le province del Veneto: crescono infatti i posti di lavoro dipendente ed in un solo anno, il 2016, passano da 161.730 a 166.489. Mentre se si guarda al saldo negli ultimi 6 anni, solo la provincia di Treviso ha recuperato quanto aveva perduto in termini di occupazione e si ritrova con un saldo positivo del +0,2% che si concentra nei servizi alla persona, nell’alimentazione, nei trasporti alle persone, nelle imprese di pulizia. Bene anche Vicenza che riduce a -1,63% il calo occupazionale seguita da Verona -2,05% e Venezia -3,34% (dati dell'Ente Bilaterale dell’Artigianato Veneto).

Per quanto attiene alla regolamentazione dei rapporti di lavoro nella Marca Trevigiana l’apprendistato, nell’ultimo biennio, riporta un segno positivo, con 250 assunzioni, grazie anche alla semplificazione normativa che di recente ne consente l’applicazione a soggetti d’età superiore a 29 anni assicurando un risparmio sul costo del lavoro annuo di 6mila euro. La dinamica occupazionale del lavoro a chiamata nell’artigianato provinciale è legata a doppio filo alla vicenda del voucher. Dal picco di 1.600 contratti del 2012 (prima dell’utilizzabilità dei voucher da parte delle imprese), si è passati a marzo di quest’anno, mese di abrogazione del voucher, a contarne, su base annua, 640 (-60%).

Nel solo mese di aprile, secondo i dati di Veneto Lavoro, le assunzioni a chiamata sono impennate a 120 a dimostrazione che le aziende interessate a mantenere i lavoratori occasionali si sono orientate sull’adozione di questa più complessa tipologia di contratto. Il sostituto del voucher per le imprese è il “ contratto di lavoro occasionale”: un’ora costa alle imprese circa 12 euro e il netto riconosciuto al lavoratore sarà di 9 euro. Importi in linea con quanto percepito dai lavoratori subordinati.

Ciò che inquieta Confartigianato Marca Trevigiana è un altro aspetto: “Ogni impresa potrà remunerare con questa nuova soluzione sino a 2.500 euro netti per anno, ovvero 280 ore lavorative -spiega il presidente di Confartigianato Marca Trevigiana Vendemiano Sartor -Il grave limite è che sarà stipulabile solo per le imprese fino a 5 lavoratori a tempo indeterminato, creando una spaccatura incomprensibile all’interno della dimensione artigiana. Abbiamo denunciato questa assurda soglia come un grave errore e un vero danno alla genuina concorrenza tra le imprese in genere e quelle artigiane in particolare di un medesimo settore”. Le aziende artigiane infatti a differenza di tutte le altre un rigido limite dimensionale sulla forza lavoro massima. Ora, con il nuovo istituto talune realtà avranno un vantaggio competitivo, a discapito di quelle hanno più di 5 dipendenti”.

 


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