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29 marzo 2024

Spettacolo

Arianna, viaggio dentro l'ermafroditismo

Passa alle Giornate degli Autori il film di Carlo Lavagna

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Arianna, viaggio dentro l'ermafroditismo

(Di Francesco Gallo)

ROMA - Una storia che si muove piano piano per raccontare il disagio di una ragazza di 19 anni di nome Arianna, che non si sente a suo agio con il proprio corpo. Nessuna mestruazione, dolore durante gli amplessi e nessun piacere. Il segreto di questo disagio (l'intersessualità o ermafroditismo) è a conoscenza della sua famiglia, ma non le è stato detto nulla. E questo a fin di bene.

Così il film 'Arianna' di Carlo Lavagna che passa alle Giornate degli Autori alla Mostra del cinema di Venezia (2-12 settembre) e che sarà distribuito dal Luce. Una specie di sottile calvario quello di questa ragazza (interpretata da Ondina Quadri) che non riesce a vivere i normali rituali e passaggi affettivi se non con la difficoltà di chi si trova in mezzo, senza un centro. Gli ormoni che il suo ginecologo le ha prescritto fanno poco effetto, a parte un leggero ingrossamento del seno che però le provoca dolore. Durante la permanenza nella casa sul lago di Bolsena d'estate insieme ai genitori (Massimo Popolizio e Valentina Carnelutti), qualcosa riaffiora, tanto che Arianna decide di rimanere anche quando i suoi rientrano in città. La ragazza comincia a indagare sul proprio corpo e sul proprio passato. L'incontro poi con la giovane cugina Celeste (Blu Yoshimi), tanto più femminile rispetto di lei, e la perdita della verginità con un suo coetaneo, fanno sì che Arianna sia costretta a confrontarsi definitivamente con la vera natura della propria sessualità.

'''Arianna' è un film che viene da lontano - spiega il regista -, da un inatteso gesto dell'inconscio di un bambino che un giorno sogna di essere donna e da allora si trova a confrontarsi con una domanda fondamentale a cui non aveva pensato: perché ci è data questa identità e non un'altra? Quel bambino sono io a nove anni e i sogni in cui immaginavo di essere altro da me mi hanno accompagnato a lungo durante quella tarda infanzia in cui ci si comincia a interrogare sulla propria esistenza terrena. Il precipitato di quei sogni, forse il riemergere delle loro memorie, sono l'origine emotiva di questo film''.

Sul set, aggiunge Lavagna: ''con il passare dei giorni, Ondina Quadri, inevitabilmente più rigida e impaurita all'inizio, ha cominciato lentamente a fiorire e a trasformarsi, come se il desiderio di femminilità del suo personaggio si fosse impossessato di lei. Col passare del tempo è sbocciata in lei una femminilità inattesa e non preventivata che ho deciso di assecondare. Gli altri personaggi - conclude il regista - sono ognuno portatore di almeno uno degli atteggiamenti che la modernità ha nei confronti dell'ermafroditismo''.

 


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