Acque contaminate, allarme nei comuni della Marca
Zanoni:"Subito verifiche sui pozzi", Usll:"Livelli non pericolosi"
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TREVISO - Acque sotterranee contaminate da sostanze perforo cloridriche (Pfas) sono state riscontrate nei giorni scorsi a seguito delle analisi effettuate su una trentina di comuni tra le province di Vicenza, Padova e Verona. Tracce di Pfas sono state riscontrate anche in alcuni comuni della Marca, ma i livelli, secondo i rilevamenti effettuati da Arpav, non sono “preoccupanti”.
Le analisi compiute dall'Arpav sulle acque dei pozzi, hanno rilevato la presenza di Pfas, sostanze cancerogene, a Casale sul Sile, Castelfranco, Farra di Soligo, Istrana, Loria, Maser, Montebelluna, Morgano, Paese, Quinto, Riese, Vedelago, Vittorio Veneto. Solo in quattro di questi, Casale, Farra, Istrana e Paese, sono state individuate concentrazioni superiori alla soglia di attenzione, mentre in tutti gli altri le tracce sarebbero trascurabili. "Non sono valori ritenuti pericolosi, i cittadini possono stare tranquilli", assicura l’Usll trevigiana.
In merito alla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd) per chiedere esami approfonditi nei comuni trevigiani: “Servono immediate verifiche sui pozzi inquinati, ma soprattutto sull’uso che viene fatto dell’acqua prelevata da questi pozzi”. “Non credo sia un caso che le concentrazioni anomale di Pfas delle acque del trevigiano riguardino comuni come Paese, Casale sul Sile ed Istrana perché in questi comuni nel tempo sono state decine le discariche realizzate dove nei decenni sono arrivate anche sostanze tossiconocive e pericolose in violazione delle legge - sottolinea Zanoni -Su milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da ogni dove non è da escludere che siano arrivati anche rifiuti provenienti da attività industriali che avevano a che fare con le sostanze perfluoroalchiliche. Quindi - prosegue - le autorità preposte, come Arpav, Ulss e sindaci dei comuni interessati, dovrebbero verificare immediatamente se e quanti sono i pozzi delle zone incriminate che potenzialmente contengono queste sostanze e come vengono utilizzati per poi effettuare accurate analisi delle acque”.
“Se le autorità dei servizi idrici possono tranquillizzarci sui valori di Pfas nell’acqua del rubinetto di casa la stessa cosa dovrebbe essere fatta per gli altri fronti aperti della diffusione di questi inquinanti. Mi riferisco ad esempio ai pozzi potenzialmente inquinati utilizzati in agricoltura che potrebbero contaminare verdure e prodotti agricoli che arrivano nelle nostre tavole, a quelli utilizzati per gli allevamenti di bovini, suini, conigli, galline ovaiole che potrebbero contaminare la catena alimentare”.
In merito alla sicurezza delle acque degli acquedotti, anche Ats, la società che gestisce il servizio idrico in gran parte della provincia, in una nota sottolinea "Da oltre due anni vengono svolte analisi per ricercare ed eventualmente monitorare questa parametro. Non è mai stata riscontrata la presenza di questa sostanza nelle fonti di approvvigionamento e nelle reti degli acquedotti gestiti da Ats".