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18 aprile 2024

Treviso

Allarme ludopatia, 127 trevigiani malati di gioco

L'Usl9 con il Centro della famiglia e l'ordine psicologi organizza una due giorni di eventi per sensibilizzare sul problema

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Allarme ludopatia, 127 trevigiani malati di gioco

TREVISO - Sono ben 127 i trevigiani che soffrono di ludopatia, seguiti dal Servizio per le Dipendenze dell’Azienda Ulss 9. Di tutti questi, ben 91 sono dipendenti dal gioco con slot e altre macchinette elettroniche, 15 dipendenti da “Gratta e vinci”. Dei 1702 cittadini presi in carico dal Serd di Treviso, diretto da dottor Germano Zanusso, 127 sono quelli con problemi legati al gioco d’azzardo. Ma nessuno di questi si è rovinato a carte e solo 1 al casinò.  “I dati del 2015 - sottolinea l’azienda sanitaria trevigiana - ci dicono che 53 sono nuovi utenti (41 maschi e 12 donne). Ventidue sono tra i 45 e i 50 anni, 16 tra i 40 e i 44 , 17 tra i 50 e i 54, altri 17 oltre i 65 anni. Settantuno hanno un lavoro stabile (autonomo o dipendente), 30 sono pensionati/casalinghe, 8 disoccupati; 26 hanno il titolo di scuola media superiore e 48 inferiore; 6 sono laureati e di questi sono in 4 ad avere una laurea magistrale o un master postlaurea. Un dato tra tutti è fortemente indicativo a fronte di 5 vedovi, 9 separati o divorziati, 8 che non hanno specificato il legame vi sono 40 liberi e 65 che, sposati o conviventi, vivono in contesto familiare”.

“Quest’ultimo dato – sottolinea Francesco Benazzi, Direttore generale dell’Azienda Ulss 9 – è un dato molto forte. Non si tratta solo di 65 persone ma di 65 famiglie. Il gioco compulsivo, infatti, è una dipendenza esplosiva e distruttiva non solo per il soggetto ma anche per chi gli è vicino, per le relazioni affettive, la solidità della famiglia sia dal punto di vista finanziario che da quello umano. Questo ci dice che non dobbiamo più guardare al singolo ma al suo contesto. Il nostro sforzo come azienda è mirato alla famiglia. Che a sua volta deve avere un ruolo primario nel recupero di coloro che si imbattono in questa piaga sociale”.

Per questo l’azienda sanitaria, insieme con l’Ordine degli Psicologi del Veneto e il Centro della Famiglia di Treviso ha promosso per il 28 e il 29 ottobre un ciclo di eventi dal titolo: “Quando il gioco non più gioco”.

“Risulta dalla Relazione 2015 del Parlamento – aggiunge Adriano Bordignon, ccordinatore del Centro della Famiglia - che il numero dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione, ossia tra 780 mila e 2,3 milioni di italiani adulti. I giocatori d’azzardo patologici, ossia i malati con dipendenza incontrollabile, sono dallo 0,5% al 2,2%, ossia da 300 mila a 1,3 milioni. Includendo i familiari dei giocatori d’azzardo patologico si raggiunge il 10% della popolazione, circa 6 milioni di italiani. Ecco perché ogni soggetto pubblico o privato del volontario deve accettare di avere un ruolo di aiuto e di contrasto”.

“In questi anni c'è stata una grande risposta a livello di opinione pubblica per il contrasto alle ludopatie – spiega Alessandro De Carlo, presidente dell’Ordine degli Psicologi -. Molti sindaci hanno emesso ordinanze restrittive, molti soggetti della società civile hanno organizzato momenti di denuncia e sensibilizzazione. Come Ordine degli Psicologi abbiamo appoggiato questa iniziativa perché riteniamo che sia importante affrontare il tema anche con competenze professionali, sia a livello di prevenzione che a livello di intervento. Per combattere una dipendenza è fondamentale agire prendendosi cura di chi ne soffre in maniera completa, agendo sulle cause e non solo sulla manifestazione della patologia”.

 Il programma della due-giorni propone eventi mirati a pubblici diversi. Nella mattinata e nella serata di venerdì 28 viene offerto lo spettacolo di Teatro Civile “Gran Casinò”, storie di chi gioca sulla pelle degli altri, con la regia di Gilberto Colla: alle 11 nell’Auditorium del Collegio Pio X per gli studenti delle scuole che hanno aderito all’iniziativa e in serata per il pubblico. Nel salone di Palazzo dei Trecento alle ore 17 “Quando il gioco non è più gioco” che sarà aperto da una relazione di Leopoldo Grosso, psicoterapeuta e vice presidente del Gruppo Abele, cui seguirà una tavola rotonda.

 


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