Allarme gioco d'azzardo, nella Marca si spendono oltre 1.700 euro a testa
Per contrastare il fenomeno ieri ai Trecento un incontro con i sindaci della Marca
| Isabella Loschi |
TREVISO - Gioco d’azzardo, slot machine, videopoker, continua l’impegno dell’amministrazione comunale di Treviso per limitarne l’utilizzo e riflettere sui rischi che ne derivano. L’obiettivo del sindaco Giovanni Manildo è quello di promuovere azioni condivise con gli altri sindaci della Marca per arginare il fenomeno che oggi posiziona la città di Treviso ai vertici per quota pro-capite spesa per il gioco d’azzardo: circa 1750 euro annui.
Un problema sociale di cui il prossimo 19 maggio discuteranno per la prima volta, insieme, i sindaci della Marca. L’accordo dell’incontro è arrivato ieri nel corso del convegno “Le regole del gioco”, organizzato a Palazzo dei Trecento con gli amministratori della provincia, a cui hanno preso parte la presidente di Anci Veneto Maria Rosa Pavanello e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. La città lombarda infatti, è una tra le città in Italia dove l’allarme è massimo con una quota gioco di 2536 euro pro-capite e dov’è stato emanato uno dei regolamenti più ferrei per limitare il gioco e la presenza di sale slot. “A Bergamo - spiega Gori - abbiamo emesso un’ordinanza molto restrittiva che impedisce l’apertura di nuove sale gioco entro 500 metri dalle zone sensibili, come scuole, chiese e 100metri da banche, e negozi “Compro oro”, oltre al divieto di fare pubblicità sui mezzi pubblici e di pubblicizzare le vincite fuori dalle tabaccherie”.
A Treviso le macchinette presenti sul territorio comunale sono 450 in tutto. “Sono troppe” per il sindaco Manildo che punta a studiare una ordinanza comune con tutti i comuni limitrofi. “Stiamo usando tutte le armi a nostra disposizione. Credo però sia compito della politica, a partire dai comuni, fare pressione affinché le cose cambino”.