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25 aprile 2024

Treviso

Al Cà Foncello arriva "Da Vinci", il robot di ultima generazione

La piattaforma chirurgica mininvasiva sarà utilizzata negli interventi di cancro alla prostata

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Al Cà Foncello arriva

TREVISO - “Da Vinci”, segna un passo fondamentale passo avanti nella lotta al tumore, in particolare quello della prostata, che conta 3.700 nuovi casi all’anno in Veneto e più di 600 in Provincia di Treviso.

Il robot chirurgico di ultima generazione, entrato oggi in funzione all’Ospedale Cà Foncello di Treviso, consente al chirurgo di eseguire interventi altamente complessi con tecnica chirurgica estremamente mininvasiva. A dare simbolicamente il “via” all’attività dei chirurghi è stato il governatore del Veneto Luca Zaia che, accompagnato dal direttore generale Giorgio Roberti, dal primario di Urologia Luigino Maccatrozzo, e da numerosi sanitari, si è spinto sino all’interno della sala operatoria dove è stata realizzata una simulazione d’intervento.

Costato 2 milioni e 200 mila euro, la piattaforma chirurgica mininvasiva più evoluta presente oggi sul mercato mondiale, costituita da una consolle chirurgica, un carrello paziente e un carrello visione, sarà preziosa soprattutto per la chirurgia in urologia (67% del suo utilizzo), dove è sempre necessario operare in spazi molto ristretti ma con la massima precisione, ma anche per la chirurgia generale (nel 16% dei casi), per la ginecologia (10% dei casi), per l’otorinolaringoiatria (4%) e per la chirurgia toracica (3%).

Una straordinaria dotazione per l’Ospedale Ca’ Foncello. L’Urologia, diretta da Luigino Maccatrozzo, sarà la prima ad utilizzarla. Un reparto la cui attività chirurgica è contrassegnata da numeri rilevanti: nel 2014, sono stati eseguiti più di 600 interventi di chirurgia maggiore per neoplasie, di questi circa 146 con la tecnica chirurgica laparoscopica e 454 con la chirurgia tradizionale. Di tutti questi, si può considerare che circa 400 oggi sarebbero affrontabili con la tecnica altamente mininvasiva del Robot Da Vinci. 

Leonardo Da Vinci Xi HD

“Il nuovo sistema Robotico Da Vinci – spiega Patrizia Benini, direttore della funzione ospedaliera dell’Ulss 9 – offre al paziente e ai chirurghi numerosissimi vantaggi rispetto sia alla chirurgia tradizionale a cielo aperto che a quella laparoscopica,  riducendo al minimo l’invasività dell’intervento: mediante minime incisioni cutanee si ottiene un’ottimizzazione della visione tridimensionale del campo operatorio, un accurato controllo dell’emostasi e un preciso rispetto delle strutture anatomiche. Il tutto si traduce in minima necessità di eventuali emotrasfusioni, meno dolore postoperatorio, riduzione dei tempi di ospedalizzazione e di recupero funzionale”. Grazie a “Da Vinci” il mantenimento della funzione urinaria raggiunge il 97% dei casi contro l’88 precedente; le funzioni sessuali rimangono inalterate nell’81% dei casi contro il 49% precedente; la perdita di sangue durante l’intervento scende a 200 ml contro gli 800 di prima; il ritorno alla normale attività fisica si ottiene dopo 11 giorni contro i 49 che servivano prima.

“Qui siamo ai massimi livelli tecnologici mondiali – ha detto Zaia –e tutta la tecnologia è rivolta a supportare i chirurghi nel loro difficile lavoro e ad alleviare le sofferenze dei malati. E’ un fatto di umanità, oltre che di scienza e la Regione Veneto ha puntato forte su questo fronte, stanziando 70 milioni all’anno per l’acquisto di nuove tecnologie. La sanità del futuro – ha aggiunto – deve essere fatta di meno letti, più tecnologie, competenze ai massimi livelli scientifici, meno sofferenza per il paziente, guarigione più rapida, ritorno a casa con un recupero totale laddove ciò sia umanamente possibile, e in questo cammino non temiamo rivali, oggi come domani”.

 


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