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28 marzo 2024

Treviso

Addio ruote, i treni viaggeranno su campi magnetici

L'idea è dalla Girotto Brevetti di Spresiano che ha creato il sistema IronLev

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treno senza ruote

SPRESIANO - Il futuro della mobilità su rotaia potrebbe presto approdare a vetture posate su campi magnetici che eviterebbero di fatto gli attriti e le dispersioni dovute al rotolamento e, soprattutto, non richiederebbero ulteriore energia per "sollevare" i convogli, come avviene oggi in paesi come il Giappone.

La novità tecnologica è stata presentata a Spresiano, nella sede di una società che si occupa di innovazione tecnologica, Girotto Brevetti, la quale, grazie ad una joint venture con la start up di Pisa Ales Tech, ha creato il sistema IronLev.

Nella sostanza, i veicoli ferroviari potrebbero transitare sui normali binari ma privi di ruote e senza alcun contatto fisico con l'infrastruttura, eliminando così i rumori e permettendo il raggiungimento di velocità elevate. A condizioni medie di regime, hanno spiegato gli sviluppatori del brevetto, il risparmio energetico potrebbe raggiungere il 30% e la tecnologia può essere facilmente adattata a tutti i sistemi, oltre a quello ferroviario, in cui siano previste masse che si spostano su rotaie.

"Fino ad oggi - hanno aggiunto i responsabili del progetto - ci siamo sostenuti esclusivamente grazie a finanziamenti derivanti dalle nostre aziende. Abbiamo tuttavia manifestazioni di interesse da parte di player ferroviari sia italiani sia internazionali".

La tecnologia IronLev, è stato quindi precisato, può essere applicata anche attraverso una modifica delle carrozze già esistenti (di fatto, in termini grezzi, applicando al di sotto grandi calamite che sfruttano la permeabilità magnetica del metallo dei binari) anche se potrebbe probabilmente rivelarsi meno dispendiosa una realizzazione di veicoli ex novo, in modo da ottimizzare pure le loro prestazioni sotto il profilo aerodinamico. In proiezione, hanno tuttavia concluso i progettisti, la migliore applicazione possibile sarebbe quella della creazione di infrastrutture apposite, in condotte chiuse sotto vuoto e nelle quali le velocità potrebbero avvicinarsi, in astratto, ai 1000 chilometri l'ora.

 


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