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29 marzo 2024

Sport

I 50 anni di Schumi, sperando nel miracolo

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I 50 anni di Schumi, sperando nel miracolo

"Io spero, perché gli voglio bene, che possa succedere qualcosa ma non voglio dire altro, se non che so che Michael lotta, che ha tanta determinazione e una famiglia magnifica intorno". Così l'ex presidente della Ferrari Luca di Montezemolo, in un'intervista a Rai Sport, sul sette volte campione del mondo di Formula 1 Schumacher a due giorni dal suo 50esimo compleanno, domani 3 gennaio. Sono trascorsi ormai 5 anni dal terribile incidente in cui la vita dell'ex pilota della Ferrari subì una drammatica svolta per i gravi danni cerebrali in seguito a una caduta dagli sci mentre era in vacanza con la sua famiglia a Meribel, sulle Alpi francesi. Da allora la moglie di Schumi, Corinna, ha insistito sulla segretezza delle sue condizioni, una richiesta che è stata fedelmente osservata. A parte un commento del 2016 dell'avvocato tedesco dell'ex campione di Formula 1, Felix Damm, che confermava a un tribunale di Amburgo che non poteva "camminare", altri aggiornamenti credibili in questi anni non ci sono stati o quasi.

E' di due settimane fa la notizia che vorrebbe Schumacher non più costretto a letto e neanche attaccato a macchinari per alimentarsi. E solo tre giorni fa la 'Bild' ha pubblicato un retroscena sul reale stato di salute del 50enne avvolto dalla riservatezza più completa nella villa sul lago di Ginevra dove sta proseguendo la lunga riabilitazione. Nell'articolo del tabloid tedesco, che titola 'Così vive Schumacher oggi', si spiega che il campione della Ferrari non è più in pericolo di vita, ma "c'è una ragione per cui Schumi non è più potuto apparire in pubblico". Secondo la 'Bild', che ha raccolto il parere del neurobiologo del Max-Plank Institut, Tobias Bonhoffer, "in generale la rottura del tessuto nervoso nel cervello o del midollo spinale non sono riparabili. Questa è la differenza con tutti gli altri tessuti umani, come per esempio la pelle o il fegato le cui cellule si rigenerano". In alcuni incidenti, altre cellule possono sostituire il lavoro di quelle danneggiate, ma nel caso di Schumacher il cervello sarebbe stato danneggiato seriamente e non ci sarebbero "sufficienti cellule nervose a disposizione che possano svolgere il lavoro delle altre".

Nel frattempo, in occasione del cinquantesimo compleanno di Schumacher, in suo onore è stata lanciata una App che permette di entrare in un museo virtuale dedicato al campione tedesco. Ad arricchire la App la monoposto in 3D di Schumi, il suono del motore, immagini inedite e interviste del campione di Formula Uno e un tour virtuale nella Michael Schumacher Private Collection di Colonia. Sarà inoltre possibile utilizzare un programma a cui sarà collegata l'App, Schumoji per condividere sui social gli emoji di Michael e del figlio Mick Schumacher. I proventi saranno interamente destinati alla Keep Fighting Foundation. Sempre da domani al Museo Ferrari sarà aperta al pubblico una mostra dedicata all'ex pilota del Cavallino Rampante più vincente di sempre. Schumacher ha un posto speciale nella storia della Ferrari, che è stata segnata dai suoi tanti record. In undici stagioni, dal 1996 al 2006, il campione tedesco ha infatti conquistato cinque Titoli Piloti consecutivi, dal 2000 al 2004, portando sei Titoli Costruttori alla Scuderia. Nelle sale del Museo si ripercorreranno quelle stagioni memorabili che il 7 volte Campione del Mondo ha fatto vivere al popolo ferrarista, e che hanno creato un mito oggi più grande che mai nel cuore di tutti i tifosi. La mostra permetterà di scoprire inoltre il fondamentale contributo che Michael ha dato allo sviluppo di vetture GT straordinarie nei suoi anni a Maranello, come pilota e successivamente come consulente.

"La voglia di conquistare il record di vittorie in F1? Non la sento e, anche se dovesse accadere, Schumacher rimane il più grande di tutti i tempi", ha detto il 5 volte campione del mondo, Lewis Hamilton, 73 successi fin qui in carriera. Hamilton, arrivato alla Mercedes nel 2012, in una intervista alla 'Bild' ha raccontato poi il suo primo incontro col 7 volte iridato durante dei test: "Non ero ancora un pilota affermatissimo ed è stato semplicemente irreale per me stare improvvisamente in pista con lui. Non ho provato a sorpassarlo, ho semplicemente guidato dietro di lui perché contro di lui avevo gareggiato solo sui videogiochi".

 



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