CASTELFRANCO – Conto alla rovescia tra le polemiche per il 17 marzo. La decisione del sindaco Luciano Dussin di vietare il Tricolore all’auditorium di Salvatronda ha movimentato i giorni che precedono la festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Sabato c’è stata una manifestazione organizzata da movimenti da Federazione della Sinistra cui si sono aggregati anche altri gruppi sempre in ambito del centrosinistra, mentre ieri i membri di Giovane Italia di Castelfranco si sono schierati contro la Lega con un banchetto di protesta in piazza Giorgione.

Tutto pronto, invece, per la manifestazione programmata dal Partito Democratico per giovedì in piazza XXIV Maggio. A fronte di una bandiera che non ci sarà a Salvatronda, verrà esposta una bandiera di 40 metri.

L’appuntamento è alle 18,30, i festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia proseguiranno fino alle 21. Saranno presenti anche tutti i circoli del Pd della Castellana (Resana, Castello di Godego, Vedelago, Loria, Riese Pio X, Loria, Altivole) oltre anche rappresentanti della Lista Civica Donata Sartor, Sel, l’Idv, l’Anpi e le organizzazioni sindacali. Sul palco in piazzetta XIV Maggio si alterneranno storia, musica, canti e si leggeranno alcuni passi della Costituzione in diversi dialetti e anche in diverse lingue. Funzionerà anche uno stand gastronomico.

«Tutti potranno partecipare ad un evento storico – afferma Laura Viola, segretario del Pd di Castelfranco - che non riguarda solo l’Anniversario dell’Unità d’Italia, ma riguarda in modo più allargato un risveglio popolare che ha visto la piazza di Castelfranco, nelle ultime settimane, riappropriarsi della propria voce, l’ha vista tornare consapevole del valore dei propri pensieri, della forza dei propri diritti».

Sempre il 17 marzo, ma dalle 17, alla Galleria Castellano Arte Contemporanea, ci sarà la mostra “Nostra dialettica”, ispirata proprio alle celebrazioni sull’Unità d’Italia. Ci saranno opere – con i tipici colori della bandiera italiana - dei sette artisti che hanno scritto il manifesto "Nostra dialettica": Grazia Azzali, Giovanni Casellato, Silvano Longo, Ugo Gazzola, Mazzocca&Pony, Maria Pia Settin e Patrizia Simionato.

Sul caso della bandiera negata a Salvatronda intanto incalza la polemica, con prese di posizione del candidato del Pd alle provinciali, Floriana Casellato, e di Barbara Ferrazzo di Sinistra Ecologia e Libertà.

FLORIANA CASELLATO Caro sindaco Dussin, non dica le bugie. La sua ideologica idiosincrasia al tricolore, che la rende per nulla degno della carica di Primo Cittadino, non è giustificata né giustificabile da pretestuose indicazioni da parte del Ministero degli Interni. Abbiamo le carte per dire ai cittadini di Castelfranco che le cose stanno diversamente, come confermano le indicazioni date ai rappresentanti istituzionali del territorio dal Prefetto di Treviso. Invece di vietare le bandiere nella sua città il suo dovere istituzionale dovrebbe essere quello di incentivare qualsiasi manifestazione di celebrazione della Festa dell'Unità nella giornata del 17 marzo. Lei non ubbidisce alle disposizioni del Ministero degli Interni ma a quello dei capi del suo partito, secessionista e anti-italiano, che stanno obbligando voi sindaci leghisti a festeggiamenti in tono minore. Per non parlare dell'atteggiamento assurdo e da maleducato istituzionale del presidente della Provincia Muraro.

BARBARA FERRAZZO La decisione del sindaco Dussin di vietare l’esposizione della bandiera tricolore ci ha profondamente sconcertato e ha mostrato il vero volto di questa amministrazione leghista, intrinsecamente centralista e irrispettosa dei cittadini. La motivazione addotta (sarebbe la corretta applicazione di una legge a imporre questa decisione) ci sembra, francamente, debole e poco credibile.