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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

“Io, bloccato dalle barriere architettoniche nel tragitto casa-scuola”

Il comune ristruttura il ponte di via Carducci. Ma non toglie le barriere architettoniche

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

“Io, bloccato dalle barriere architettoniche nel tragitto casa-scuola”

VITTORIO VENETO - La passerella sul Meschio di via Carducci, che collega il centro città al parco giochi e e alla pista ciclabile, è stata tirata di recente a nuovo. Le doghe vecchie sono state sostituite da una ristrutturata pavimentazione e la notizia è stata lanciata con orgoglio dall’Amministrazione, che nel contempo ha annunciato un imminente ritinteggiamento del parapetto, una sicura illuminazione pubblica e una manutenzione generale dell’area.

Di quell’area dove, ogni giorno, transitano centinaia di studenti che dal centro vanno e tornano dalla scuola media Cosmo, o dal campus scolastico di via Vittorio Emanuele, o che dalle rispettive scuole raggiungono la palestra di via Carducci.

Centinaia di ragazzi tranne Filippo che, in quanto costretto a una carrozzina elettrica, non può usufruire della scorciatoia ma è obbligato ad allungare il tragitto casa - scuola e a percorrere sia all'andata che al ritorno la trafficata via Vittorio Emanuele, per attraversare poi l’incrocio di via Dante.

 

Filippo ha 16 anni, frequenta il liceo Artistico Munari e abita in via Leonardo Da Vinci. Quando frequentava la scuola media Cosmo in via Pontavai, quel ponticello per lui inaccessibile l’ha costretto ad allungare ogni giorno la strada di circa un chilometro. Ora che è alle superiori, per Filippo quel ponticello non è più solo un ostacolo da evitare, ma una barriera da abbattere.

Come mai quando si mette mano ad una struttura pubblica non si pensa ai disabili? - si chiede Filippo - Un po' di tempo fa il Comune ha fatto restaurare il ponte di via Carducci  - ricorda il ragazzo - lasciando però la barriera che blocca il passaggio alle bici e alle carrozzine. Frequentando il Liceo Artistico mi sarebbe molto comodo il passaggio per quel ponte, e invece sono costretto a superare ogni giorno passaggi pericolosi”.

Ogni giorno lo fa, da almeno 6 anni. Ma ora Filippo ha deciso di farsi sentire, non spiegandosi come sia possibile che il Comune pensi alle luce, al legno nuovo, alla vernice e non a lui e ai ragazzi come lui che, a causa delle presenza di un ostacolo facilmente removibile, non possono sentirsi liberi di muoversi in maniera veloce e sicura. Né, soprattutto, insieme a tutti gli altri.

 


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Stefania De Bastiani

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