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29 marzo 2024

Montebelluna

“Bettamin caso raro di buona assistenza”

A dirlo è Luca Moroni, presidente della Federazione Cure Palliative

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“Bettamin caso raro di buona assistenza”

MONTEBELLUNA - Quello di Dino Bettamin, malato di Sla che aveva ottenuto la sedazione palliativa e morto lo scorso 13 febbraio, "è un caso, purtroppo raro, di buona assistenza". Ma che "deve suscitare attenzione e preoccupazione perché si tratta di una eccezione positiva. In Italia i malati inguaribili che possono godere delle cure palliative sono ancora molto pochi". A dirlo è Luca Moroni, presidente della Federazione Cure Palliative.

Nel caso di Bettamin, riassume una nota del presidente, "un malato di Sla dopo 5 anni di malattia, seguito a domicilio da professionisti preparati, a fronte di una sofferenza fisica e psicologica intollerabile, ha chiesto e ottenuto di essere addormentato attraverso una pratica diffusa come la sedazione palliativa. Dopo pochi giorni è morto a causa della malattia, ormai in fase terminale. + estremamente probabile, come evidenziato dalla letteratura scientifica, che la sedazione e la sospensione dell'alimentazione artificiale non abbiano (avuto alcun effetto rilevante) contribuito ad abbreviare le aspettative di vita. L'attenzione tuttavia si esercita ancora una volta nella ricerca di inesistenti affinità tra pratiche differenti tra loro quali la sedazione e l'eutanasia", quest'ultima una pratica vietata in Italia.

 

Nonostante la legge sulle cure palliative sia del 2010, "i dati più ottimistici dicono che solo il 30% dei malati di tumore accede alle cure palliative. Resta esclusa la quasi totalità dei malati affetti da altre patologie (come la Sla) e i pazienti pediatrici". Anche per questo la Federazione, che coordina diverse associazioni di volontariato e organizzazioni non profit, fissa le priorità: "Occorre ultimare, a quasi 7 anni dalla legge 38, i decreti attuativi. Occorrono provvedimenti regionali in grado di garantire che la presa in carico, già in una fase precoce della malattia, assicuri la partecipazione del malato alla pianificazione delle cure e la tutela della migliore qualità di vita possibile.

Occorre formazione universitaria e una maggiore informazione ai cittadini. + importante inoltre che il Parlamento approvi una legge equilibrata sulle direttive anticipate e sul consenso informato".

 



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