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28 marzo 2024

Castelfranco

«Libertà sacrificata sull’altare della sicurezza»

Carrellata dei luoghi resi inaccessibili

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

CASTELFRANCO – Sicurezza e libertà possono non andare di pari passo. È quanto rileva Alberto Corletto, per anni nel direttivo del Circolo Culturale Buenaventura, in un messaggio fatto circolare via Facebook. Passa in rassegna i luoghi di Castelfranco che avrebbero potuto essere utilizzati la sera da chiunque per passarci del tempo, ma che invece sono stati resi inutilizzabili per motivi di sicurezza.

«Casteo off limist – recita lo scritto su Facebook - Scatta il coprifuoco, si sbarrano porte e finestre. Alt! Da qui non si passa! Il passaggio è interdetto con cancelli e divieti. Siamo sorvegliati dalle telecamere, dicono per la nostra sicurezza. Meglio non attardarsi, meglio non uscire, meglio rimanere in casa la sera, magari davanti la Tv. No, non è fantascienza, non è un film su un futuro apocalittico. È Castelfranco Veneto all'inizio del secondo millennio dopo Cristo. È oggi...».

Si parla ad esempio si parla delle panchine tolte in borgo Pieve dall’ex sindaco Maria Gomierato «C'erano delle belle panchine, se a qualcuno veniva l'idea di sedersi, riposarsi e magari fare due chiacchiere – scrive Corletto - Non ci sono più. Volete sedervi? Andate al bar!».

Si arriva a piazza Serenissima. «Un tempo gli appassionati delle rotelle si davano appuntamento lì – spiega - Era un bel modo per riempire questo ampio spazio vuoto. Poi un bel divieto, un bel cartello per impedire l'accesso a roller blade e skateboard. Così è rimasto il vuoto».

 

Come sarà il nuovo parco all’ex Fram? «Sarà un'area verde ad uso pubblico, grande all'incirca come piazza Giorgione: un anfiteatro, fitness, spazio ai cani. Ad annunciarlo i progettisti dell'opera, i quali però ci tengono subito a precisare che verrà tutto chiuso la sera e videosorvegliato. Non sia mai…».

E l’ex Convento della Clarisse? «Nasconde un giardino “segreto”, malinconicamente chiuso. Vabbè, è in corso una vendita, ma in tutti questi anni lo si sarebbe potuto valorizzare».

E poi si potrebbe continuare con l’area del Palazzetto dello Sport, i giardini di via Verdi e altri posti ancora.

 

«La motivazione ufficiale per porre divieti ed erigere reti? Evitare bivacchi, schiamazzi, bottiglie abbandonate ed altri rifiuti... – conclude Corletto - Non ci sono alternative? Si deve per forza sacrificare la libertà dei cittadini sull'altare della sicurezza? Meglio eliminare ogni forma di spazio pubblico, preferendo soluzioni private?

 L'unica cosa certa è che Castelfranco si sta avviando sempre più ad essere un “non luogo” invivibile, dove, nonostante la crisi, si produce, si consuma e infine si crepa...».

 


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Matteo Ceron

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