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18 aprile 2024

Treviso

«Aggressioni sui treni è fenomeno preoccupante»

Zaia: «Da reprimere». I sindacati: «Basta essere carne da macello»

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«Aggressioni sui treni è fenomeno preoccupante»

TREVISO - "Qualsiasi tipo di aggressione, verbale o fisica, a un lavoratore o a una lavoratrice nel sistema dei trasporti pubblici, su ferro o gomma che sia, va combattuta e repressa. Chi non paga il biglietto scende, e lo deve fare senza tante storie. Ricco, povero, italiano, veneto, extracomunitario o immigrato che sia. Ora basta, è anche una questione di civiltà, oltre che di ordine pubblico".

Lo dice il presidente del Veneto Luca Zaia, dopo che, nella sola giornata di ieri, si sono verificate quattro aggressioni a operatori delle Ferrovie, a Treviso, Preganziol e due a Mestre.

"I dati raccolti da Trenitalia - riferisce Zaia - sono impressionanti: nei soli treni circolanti sulla rete del Veneto, nel primo semestre 2016 sono state segnalate 56 aggressioni, 14 fisiche e 42 verbali, contro un totale di 68 in tutto il 2015, delle quali 27 fisiche e 41 verbali. Non sono numeri da Paese civile, sono il segnale di una situazione preoccupante, di un degrado al quale va posta fine con severità". "La stragrande maggioranza di questi comportamenti - riferisce ancora Zaia - sono messi in atto da extracomunitari e immigrati senza biglietto. Sappiano, quando invocano diritti, che qui ci sono anche i doveri, e che non è ammissibile, come in molti casi verificato, che una di queste persone, in viaggio con smartphone e cuffiette, non paghi il biglietto.

Tanto meno sono ammissibili le troppe scenate e aggressioni: tutti devono sapere che il personale in servizio sul treno è un pubblico ufficiale, e come tale va trattato con rispetto e civiltà, in mancanza delle quali devono scattare punizioni severe, amministrative, penali o civili. E questo verso tutti, indistintamente. Per gli extracomunitari irregolari, inoltre, deve scattare l'espulsione immediata. Non basta farlo con personaggi pericolosi, va fatto con chiunque non accetti le regole della nostra civiltà, perché è così che si difende e si afferma la civiltà".

"Senza contare - aggiunge il Governatore - il danno alla collettività e ai gestori che deriva dal mancato pagamento di un servizio pubblico di cui si è usufruito. E senza contare il fenomeno dei questuanti, che sempre più di frequente importunano i viaggiatori e il personale viaggiante". "Occorrono maggiori controlli della Forza Pubblica - conclude Zaia - che, ridotta com'è di certo non può fare miracoli. Lo stato invii quindi più uomini da destinare alla sicurezza sui treni e, se non ce la fa, faccia salire l'Esercito. Una divisa, tutte le divise, sono comunque un formidabile deterrente per balordi, furbi, ladri o prepotenti".

 

Il Coisp: “Siamo stufi di essere carne da macello”.

Sul tema prende posizione la sezione di Treviso del sindacato di polizia Coisp. “La sistematica aggressione al personale delle Forze dell’Ordine durante i controlli a persone sospette sta diventando cosa sempre più pericolosa anche in una piccola realtà come la Provincia di Treviso – recita un comunicato del Coisp -. In un momento di alta tensione sociale come questo nel quale il nostro Ministro dell’Interno, anziché chiedere al Governo di aumentare il numero sempre più esiguo di Poliziotti, ci chiede di girare armati fuori dal servizio sottovalutando il fatto che le risorse economiche a disposizione sono sempre più ridotte al lumicino e non ci permettono di acquistare divise, mezzi ed equipaggiamento idoneo a fronteggiare qualsivoglia situazione ordinaria di criticità ed esponendo gli stessi operatori ad un continuo pericolo

Ma come si può parlare di attivare misure antiterrorismo quando già mancano le basilari condizioni di sicurezza del personale che svolge l’attività ordinaria??

Come si può chiedere al personale di andare in giro armato quando non ci sono le condizioni per poterci difendere o fronteggiare qualsiasi assalto senza una minima, dicasi minima, tutela giuridica???

Basta un semplice controllo di polizia dal quale scaturisce una reazione aggressiva da parte del fermato e se poi quest’ultimo, non sia mai, si ferisce o, peggio ancora, viene a mancare per causa indipendenti dalla volontà degli Agenti, i poliziotti subiscono un autentico martirio mediatico, una sollevazione popolare con tanto di cortei avallati dalla presenza di politici.

Gli stessi colleghi, oltre al danno fisico, si ritrovano ad avere anche quello economico in quanto costretti a pagare anticipatamente spese legali e perizie varie con la flebile speranza di essere un giorno risarciti.

Se invece, come in questo caso, vengono feriti, oltre al rischio di pagarsi le spese sanitarie per curarsi e non avere alcuna forma di risarcimento da parte dell’aggressore, avranno un danno economico anche a discapito della propria famiglia”.

 

Il Sap: "A noi appare dispari...".

"A seguito dell’aggressione subita da quattro agenti della Polizia di Stato presso la stazione ferroviaria di Mogliano V.to - dice un comunicato diffuso dal sindacato autonomo di polizia Sap - un cittadino extracomunitario “regolare” ha subito una pena commutata in 1 anno, pena peraltro sospesa con immediato rilascio in stato di libertà. A noi ci pare dispari… e a voi?

Coloro che gridano al reato di tortura europeo gridino qualche volta anche alle tutele giudiziarie europee mancanti per gli operatori della sicurezza italiana, gridino anche alla garanzie di certi paesi europei nei confronti degli agenti di polizia europei.

Come dovrebbero agire 4 operatori a fronte delle regole di ingaggio super garantiste reclamate dal partito dell’anti-polizia ed alle prospettive molto vincolanti per la Forza Pubblica contenute nel progetto di legge sulle norme anti-tortura nell’approccio a persone  che si oppongono all’applicazione della legge? Basta infatti già poco, uno sguardo ritenuto persecutorio o la sola manovra di ammanettamento in pubblico, che un indiziato di delitto possa adire tramite legale per avere subito un danno psicologico tanto rilevante da richiedere addirittura oltre all’imputazione dei poliziotti anche un risarcimento civile".

 


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